L’operaio sfruttato svela l’inferno. "Dodici ore al giorno senza riposi"

E’ arrivato dal Senegal 24 anni fa e oggi ha il coraggio di raccontare pubblicamente il distretto invisibile "Impiegato al nero per mille euro al mese. Da quando sono iscritto al sindacato non vengo più pagato"

Papa Samb è arrivato a Prato dal Senegal nel 1995

Papa Samb è arrivato a Prato dal Senegal nel 1995

Prato, 11 gennaio 2020 - Lavorare 12 ore al giorno, tutti i giorni, senza riposo, domeniche né festivi. Per guadagnare, alla fine del mese, più o meno mille euro. Ai quali, però, togliere 40 euro per ogni giorno di assenza, magari dovuta a malattia. E’ il racconto di una "normale" condizione lavorativa nel distretto illegale. Ed è anche il racconto fatto da Papa Sam, immigrato arrivato a Prato dal Senegal nel lontano 1995. Il suo è un caso abbastanza unico, perché abbastanza unico è il fatto che uno di questi lavoratori ci metta la faccia. Di solito sono i sindacati ad avanzare denunce, a raccontare storie di operai sfruttati. Invece stavolta è direttamente uno di loro a farsi avanti.

E’ giusto dire che Papa Samb fa tutto questo affiancato dal sindacato Si Cobas, sigla sempre più movimentista nella galassia del distretto tessile e sempre più in prima linea per le battaglie che riguardano i lavoratori stranieri, quelli più sfruttati. E che dietra la sua testimonianza c’è anche una motivazione in senso lato politica, ossia chiedere al sindaco Matteo Biffoni di prendere una posizione ufficiale contro le multe che, in applicazione del Decreto Salvini, la Questura di Prato ha elevato a carico di alcuni operai della tintoria Superlativa che lo scorso ottobre hanno scioperato per chiedere condizioni di lavoro più dignitose. "Se le scrivo questa lettera - dice a Papa Samb rivolgendosi a Biffoni - è perchè io e i miei colleghi non abbiamo compreso i motivi del suo silenzio. Volgiamo credere che anche lei ritenga queste multe ingiuste e vergognose, ma vorremmo che lei si unisse al coro di chi con noi sta chiedendo la cancellazione di queste multe alla Prefettura". E così torniamo a lui, a Papa Samb, che da maggio del 2016 lavora alla tintoria Superlativa.

Si tratta di uno dei lavoratori trovato a nero dal controllo interforze fatto proprio dopo lo sciopero di ottobre davanti ai cancelli della tintoria. "E’ grazie a quella protesta - racconta - che oggi io ho un regolare contratto da quattro ore. Anche dopo il controllo, anche se avevo ottenuto un contratto, l’azienda mi costringeva a lavorare 12 ore per sette giorni la settimana. A settembre ho deciso di dire basta, e anche io mi sono iscritto al sindacato. Da quel giorno ho iniziato a lavorare quattro ore e a godere di due giorni di riposo settimanale".

Papa Samb racconta anche come fino a quando è stato disponibile a lavorare 12 ore in quelle condizioni, abbia sempre ricevuto i suoi mille euro mensili. "L’azienda ha smesso invece di pagarmi dopo l’iscrizione al sindacato: o lavori 12 ore come prima, o non ti paghiamo, questo mi hanno detto quando ho rivendicato il rispetto del mio contratto". Chi ha scioperato non riceve lo stipendio da aprile, dice infine. E per questo chiede alle istituzioni di fare sentire la loro voce. © RIPRODUZIONE RISERVATA