SILVIA BINI
Cronaca

Influenza, picco tra i bambini. In pediatria 128 accessi in 24 ore: "Genitori spaventati dalla febbre”

Prato. Santo Stefano sotto pressione, ma solo il 30% dei pazienti aveva reale necessità di cure ospedaliere. Il primario: "Importante controllare le condizioni generali. I sintomi possono durare fino a quattro giorni"

Prato, 13 dicembre 2023 – Ambulatori e pronto soccorso pediatrico presi d’assalto. Il picco dell’influenza si fa sentire con medici e strutture sanitarie sotto pressione. I numeri sono importanti: in 24 ore il pronto soccorso pediatrico ha registrato 128 accessi. In appena dodici ore, dalle 20 alle 8 della mattina successiva, i medici del turno di notte hanno dovuto gestire 44 pazienti, mentre ieri alle 14 erano già 63 i piccoli portati al Santo Stefano. In media , esclusi i traumi, appena il 30% dei casi aveva reale necessità di cure ospedaliere. I restanti avrebbero potuto curarsi con le strutture del territorio senza ingolfare l’ospedale già sotto pressione. "Purtroppo non c’è più tolleranza da parte delle famiglie – spiega il primario Pier Luigi Vasarri –. Alla comparsa dei primi sintomi i genitori vorrebbero che la febbre sparisse. Si tratta nella stragrande maggioranza dei pazienti di casi di influenza senza complicanze". Numeri che danno la misura di una situazione che diventa ancora più esplosiva se si pensa che il reparto di pediatra e neonatologia del Santo Stefano deve far tornare i conti con sette professionisti in meno. Tre pediatri che mancano in organico, due neonatologi e due dottoresse in maternità.

Far quadrare i conti tra ferie, riposi e con il picco dell’influenza alle porte non è una banalità. E quindi la soluzione per chi si trova in corsia è fare straordinari o rinunciare a giorni di ferie.

"Siamo abbastanza sotto pressione – aggiunge Vasarri –. Sono giorni di grande affluenza per il pronto soccorso pediatrico. Questa forma influenzale compare con febbre anche alta, ma è importante considerare le condizioni generali del bambino. In media almeno tre o quattro giorni sono necessari perché i sintomi migliorino".

Straordinari anche per gli ambulatori dei pediatri costretti a prolungare gli orari per dare risposte alle tante chiamate: "Siamo in studio dalla mattina alla sera, in questo periodo gli orari di apertura e chiusura contano poco – spiega Lucia Biancalani, segretaria della Federazione italiana medici pediatri di Prato –. Purtroppo le famiglie hanno molto timore. Faccio un esempio: lo stesso bambino con l’influenza è stato fatto visitare dal pronto soccorso, dalla guardia medica e dal pediatra di famiglia, ma così il sistema non regge. Sembra che nessuno ricordi che l’influenza esiste, spaventa più del voluto".