Inceneritore, più vicina la proroga. Calamai: "Gli accordi erano altri"

Il consiglio del Comune di Montale (tra i proprietari dell’impianto) approva la mozione per prolungare l’attività

Inceneritore, più vicina la proroga. Calamai: "Gli accordi erano altri"

Inceneritore, più vicina la proroga. Calamai: "Gli accordi erano altri"

Sempre più vicina la proroga di tre anni più uno per l’inceneritore di Montale. Le rimostranze del sindaco di Montemurlo Simone Calamai a poco sono valse: il consiglio comunale di Montale (socio del Cis spa, la società proprietaria del termovalorizzatore) ha approvato a maggioranza la mozione del centrosinistra a favore del prolungamento dell’attività dell’inceneritore. Unica magra consolazione che su richiesta del sindaco di montale Ferdinando Betti è stato inserito nella mozione che la proroga non sia superiore a tre anni più uno. Fino al 2028 quindi l’impianto potrebbe rimanere in funzione nonostante gli accordi fossero ben altri. Montemurlo non ha voce diretta in capitolo in quanto non è proprietario della struttura, ma si trova al confine con l’area dell’impianto. Un fatto non di poco conto. E la posizione di Calamai non cambia tanto meno alla luce dell’ultima votazione del consiglio di Montale. "Come Comune di Montemurlo stiamo osservando quelle che sono le valutazioni dei Comuni a noi confinanti e proprietari dell’impianto riguardo alla gestione dell’inceneritore di Montale – sottolinea il sindaco Calamai –. Per quanto ci riguarda rimane valida la valutazione che avevamo fatto in passato, condivisa per altro con i Comuni che ora propongono la proroga. Per Montemurlo si deve arrivare allo spegnimento dell’impianto di incenerimento nel corso del 2024". La richiesta del prolungamento è, secondo la mozione, funzionale al mantenimento dei 30 posti di lavoro dei dipendenti che lavorano all’impianto e l’accantonamento dei soldi per un’eventuale bonifica del sito in caso di futura dismissione. Il sindaco di Montemurlo ci tiene a precisare che la necessità di spegnimento dell’impianto non parte dal presupposto "che ci siano presenze inquinanti, perché le tecnologie adottate dimostrano la loro validità e sicurezza, ma perché abbiamo messo al centro di questa valutazione, ormai da anni, il fatto che i territori che hanno ospitato impianti di questo tipo debbano ruotare".

Per Calamai i Comuni intorno all’inceneritore hanno "già dato tanto in termini di ambiente" ed è necessario che altre zone si alternino nell’ospitare presidi di questo tipo. "La zona dell’inceneritore è a confine con il nostro comune e la comunità locale, ormai da diversi decenni, ha già dato - dice -. L’auspicio è che i proprietari dell’impianto siano in grado di trovare soluzioni alternative per la riconversione dell’impianto in altre tecnologie, tutelando i posti di lavoro e a servizio dell’ambiente di questi territori".