REDAZIONE PRATO

Il Pci torna dopo 35 anni "Noi la sola vera sinistra"

Era dal 1987 che il simbolo mancava sulle schede elettorali per le politiche "Stop sfruttamento e rispetto delle regole. Basta morti come quella di Luana"

Correva l’anno 1987 quando per l’ultima volta gli elettori trovarono sulle schede elettorali per le politiche il simbolo del Partito Comunista Italiano. Era un’altra epoca, il muro di Berlino ancora non era caduto e la tenuta della Prima Repubblica non era ancora stata intaccata dalle inchieste giudiziarie di Mani Pulite. Trentacinque anni dopo, e con un mondo completamente rivoluzionato, quello stesso simbolo del Pci torna sulle schede elettorali. Il Partito Comunista Italiano, infatti, è riuscito in Toscana a raccogliere le 750 firme necessarie per potersi presentare con la propria lista al Senato. Ci sarà sia una candidatura all’uninominale, quella di Debora Bianchini, classe ’79, operaia interinale nel settore del commercio, di Cerreto Guidi e alla prima volta nella corsa al Parlamento. E ci saranno anche quattro candidature nel collegio unico del plurinominale: Paolo Manuelo Zara, Stefania Tonini, Marco Pompeo, Francesca Bruni (nessuno di questi è pratese). La lista invece non ci sarà alla Camera perché servivano almeno 750 firme nei due terzi dei collegi del proporzionale. "Purtroppo ci hanno dato solo tre settimane per raccogliere le firme, per di più a cavallo di Ferragosto", spiega Sandro Scardigli, componente della segreteria toscana del Pci. "Per noi comunque è già un successo correre al Senato. Abbiamo l’esigenza di farci conoscere di nuovo come partito e di rafforzare la nostra identità elettorale. E devo dire che questa campagna elettorale è già servita per aumentare il numero degli iscritti". Su Prato la tematica principale è quella dello stop allo sfruttamento lavorativo e del rispetto delle regole. "Dalle cronache dei media è emerso come ci siano stati controlli che abbiano fatto registrare nelle imprese la quasi totalità di aziende irregolari", prosegue Scardigli. "I diretti risultati sono poi le morti sul lavoro, come accaduto a Luana D’Orazio. Chiediamo quindi il rispetto delle regole e che le istituzioni e i sindacati si adoperino per farle rispettare". Inizialmente il Partito Comunista Italiano sembrava potere andare in coalizione con Unione Popolare ma poi "è tutto saltato di fronte al loro rifiuto di mettere i simboli dei partiti in lista", proseguono dal Pci. "Il Pd invece, semplicemente non è più un partito di sinistra", conclude Scardigli. "La maggioranza dei loro elettori sono persone benestanti, mentre troppi operai oggi votano a destra. Dobbiamo quindi riportare la sinistra a rappresentare gli operai. Inoltre non accettiamo che Sinistra Italiana e Verdi si coalizzino col Pd che è un avversario politico". Stefano De Biase