ROBERTO BALDI
Cronaca

Ac Prato: Un nuovo inizio grazie al concorso finanziario collettivo

La vicenda Ac Prato si avvia verso un nuovo percorso grazie a un concorso finanziario collettivo che coinvolge l'intera città.

La curva del tifo pratese ha contestato con diverse modalità la presidenza Commini anche durante questa stagione

La curva del tifo pratese ha contestato con diverse modalità la presidenza Commini anche durante questa stagione

Non si sa ancora l’esito finale, si sa per certo che la vicenda Ac Prato è arrivata al conquibusse (conquibusse origina dal latino "cum quibus nummis" che tradotto in italiano significa "con quali denari" dove la "e" finale aggiunta alla pratese è detta epitesi come Lorisse per Loris o Ivanne per Ivan), grazie appunto a un concorso finanziario collettivo, come ai tempi belli in cui l’Unione industriali chiamava a rapporto i suoi maggiorenti e nascevano le presidenze prima di Capponcelli e poi i Baldassini con il concorso dei pratesi, arrivando a lambire addirittura la serie A. E’ quella in atto la conclusione incoraggiante di un rapporto intestato a Commini, che in quattro anni ha tentato quant’era nelle sue forze finanziarie e di competenza calcistica, surrogando una Prato che dormiva. Commini ha reso un servizio a Prato in una fase non facile della sua storia calcistica e gliene va dato atto. Ma di fronte a un’offerta che coinvolge molta città e che restituisce il Prato ai pratesi con una cifra di rispettabile entità (il Prato fu ereditato a zero euro e nobilitato successivamente da un settore giovanile che è sempre stato un introito aggiuntivo), non resta che prendere atto di un percorso nuovo che, dopo l’epopea Toccafondi di un uomo solo al comando (Toccafondese si chiamò l’Ac Prato) si rivolge all’intera città con formula nuova, suggerita fra gli altri da un "animale politico" come il navigato fiduciario Coni Massimo Taiti, attraverso un concorso a più voci, che si richiama a un afflato comune in nome del decantato orgoglio pratese, messo malauguratamente in sottordine negli ultimi anni dall’ognun per sé e Dio per tutti. L’amministrazione comunale, attraverso la sindaca Bugetti che conosce bene le dinamiche dei trapassi quali quello che sta esercitando in successione a Biffoni virando con studiata cautela, non vuole che Ponzio Pilato diventi sindaco onorario di Prato ma non vuole intitolarsi il merito di un cambiamento che deve essere un sussulto d’orgoglio della città intera.

Partecipazione è stato il mantra invocato anche dai gruppi di opposizione che si sono ritrovati ieri l’altro al Best Hub. Commini per parte propria ha già navigato in mari procellosi calcisticamente parlando e sa scegliere i tempi dell’abbandono un’ora prima che cominci la tempesta. Sa bene che il fallimento di questa operazione significherebbe mortificare il sussulto di una città in cui fortunatamente operano ancora pratesi con la "P" maiuscola, di cui abbiamo scritto nel libro presentato in Comune, e tanti altri nella difesa di una città protetta da mura trecentesche ma soprattutto dal calore di quelli che ancora le vogliono bene.

Roberto Baldi