Il mistero sull’origine del Bisenzio Viaggio in cerca della vera sorgente

L’ipotesi più accreditata porta alla confluenza di Ceppeta e Trogola, mentre i perfezionisti indicano la roccia dove prende vita le Barbe. Ma la Regione sceglie una terza strada. L’escursione per trovare la prima goccia

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Quali sono le sorgenti del Bisenzio? E dove sono? Sembrerebbe la stessa domanda, in realtà la distinzione fra dove quel corso d’acqua inizia a chiamarsi Bisenzio e dove effettivamente nasce la prima goccia è questione di lana caprina che ha arrovellato i cervelli di studiosi e appassionati per diversi secoli. A cercare di dirimere la matassa, in questi giorni, un paio d’escursioni organizzate dal Comune di Cantagallo in collaborazione con associazioni e guide ambientali locali alla ricerca sia della prima goccia che del luogo dove, da un paio di decenni, si fa nascere il nome del fiume. Per capire meglio, un po’ di storia della questione. Molti negli anni si sono concentrati sull’etimologia del nome: Bis-entius, ovvero doppia corrente. Da qui, la ricerca di due torrenti di portata simile, che ha condotto nel corso dei secoli a diverse teorie. A cominciare da quella di Emanuele Repetti, nato a Carrara nel 1776, autore del "Dizionario fisico storico della Toscana".

Repetti (che non aveva visitato tutti i luoghi che descrive) fa nascere il Bisenzio in un luogo imprecisato fra Vernio e Cantagallo. Nello stesso periodo, i cartografi che curarono il Catasto Leopoldino (consultabile anche online grazie al portale Castore della Regione Toscana), furono più minuziosi e si avvicinarono all’ipotesi che col tempo si è dimostrata la più accreditata: il nome Bisenzio viene scritto sulle mappe dopo il Mulino della Sega, dove arriva il rio di Ceppeta (chiamato anche Bacuccio: un altro dei misteri legati al Bisenzio e ai suoi affluenti). Tesi abbracciata anche dal padre della sentieristica pratese, grande conoscitore dei posti e delle persone che li abitavano: Emilio Bertini, fondatore del Cai di Prato, che alla fine del 1800, nella sua "Guida della Val di Bisenzio" pone le sorgenti alla confluenza di CeppetaBacuccio e Trogola. Solo alla fine del secolo scorso la tesi viene ribaltata da uno studio approfondito del Cdse che, percorrendo il Bisenzio da Santa Lucia in poi, scarta tutti gli affluenti che risultano di portata minore rispetto al corso principale, fino ad arrivare a un bivio invalicabile, ovvero al punto dove si incontrano il Trogola e le Barbe, che come portata e bacino idrografico sono assai simili. E’ qui che l’escursionista moderno sa che nasce il Bisenzio, grazie anche a uno dei sentieri della Riserva Acquerino Cantagallo che porta il nome di Sentiero delle Sorgenti (fino a qualche anno fa percorribile, grazie a dei ponticini, adesso impraticabili, realizzati dalla Comunità Montana che consentivano di risalire il fosso delle Barbe). Ma gli abitanti cosa ne pensano? Per due fonti storiche, Nello Santini e Rodolfo Malquori, rispettivamente di Cantagallo e Luogomano, il torrente prende il nome di Bisenzio al Mulino della Sega e fino a quel punto è chiamato Trogola. Per il "perfezionista" il Bisenzio nasce invece alla sorgente d’acqua più lontana dalla foce in Arno e quindi dalla roccia dove prende vita le Barbe, fra Poggio Galluzzo e la Foce di Cerbiancana, poco sotto la "nevaia". Qui è dove si sono recati ieri gli escursionisti che hanno partecipato all’iniziativa del Comune di Cantagallo in collaborazione con l’associazione Acquerino Cantagallo e la guida ambientale Francesca Risaliti. Ma ufficialmente - quindi anche ai fini di Protezione Civile - dove nasce il fiume che ha dato acqua da sempre a Prato? La Regione ribalta tutte le tesi rammentate sopra e fa nascere il Bisenzio nello stesso punto indicato nel 1800 dal naturalista Antonio Targioni Tozzetti.

"La Carta tecnica regionale - spiega alla nostra redazione Marco Carletti, responsabile settore Sistema informativo e pianificazione del territorio - riporta il nome del fiume Bisenzio alla confluenza con il Rio Castello fin dalla prima edizione in scala 1:5.000 del 1976. Non è stata operata nessuna variazione da allora e non ci sono state osservazioni neppure nelle successive edizioni e la Ctr in scala 1:10.000, tutto materiale da anni pubblico e reso accessibile a chiunque. In più il corso è stato così trasposto, dalla Difesa del suolo, nel reticolo idrografico e di gestione da ultimo approvato con Dcr 812021". E la magia delle origini diventa, come sempre, affaire burocratico.

Claudia Iozzelli