Il Faggione di Luogomano non c'è più: abbattuto dal vento, aveva 200 anni

Alto 20 metri, con una chioma di 35 metri di diametro, era il re della foresta. In questi giorni tanti vanno in "pellegrinaggio" a dirgli addio

Un'immagine che spezza il cuore a molti: il faggione crollato

Un'immagine che spezza il cuore a molti: il faggione crollato

Cantagallo (Prato), 21 settembre 2022 - Il re della foresta, il grande testimone della storia dei nostri monti non ce l’ha fatta: il Faggione di Luogomano è definitivamente a terra e tutta la comunità degli escursionisti lo piange da quando, proprio in un gruppo Facebook molto seguito dai camminatori, "Sentieri di Prato", si è sparsa la voce di quanto era successo. Il gigante simbolo della Riserva Naturale Acquerino Cantagallo si è schiantato a terra andando a inondare con la grande chioma parte della radura che lo circonda.In realtà a cadere è stata una metà del faggione, o meglio il faggio rimasto in piedi dopo la caduta del "gemello" nel 2013: le due piante erano unite in un’anastomosi a livello radicale e basale, che a colpo d’occhio le faceva apparire come un singolo esemplare con dimensioni da record.

E se il faggio gemello fu stroncato e separato dall’altro da una grande nevicata e dal successivo gelicidio, durante un freddo inverno di 9 anni fa, la parte ora caduta a terra sabato potrebbe essere stata colpita dal forte vento che ha spazzato tutta la provincia e ha abbattuto diverse piante sul territorio, richiedendo numerosi interventi dei vigili del fuoco. Una fine preannunciata – commentano molti sui social, dove le foto e i post si sono susseguiti per tutta la domenica – prevedibile dopo il taglio drastico alla corona di abeti rossi che circondava il Faggione, proteggendolo dalle correnti. Nessuno si aspettava, però, che la fine fosse così vicina, visto che l’albero presentava ancora una chioma verde e rigogliosa.

Così in questi giorni molti, in una sorta di pellegrinaggio, si sono recati a rendere omaggio al gigante verde. Anche il sindaco di Cantagallo, Guglielmo Bongiorno è intervenuto: "Sembrava eterno, per le tante generazioni che ha attraversato, ma anche il Faggione non ha resistito al tempo, all’età, ai colpi violenti del clima. Il nostro vecchio amico è crollato sotto una tempesta di vento e pioggia, nel primo giorno dopo un’estate soffocante. Ora attendiamo che gli esperti ci spieghino una fine così improvvisa e imprevista, ma noi tutti, nessuno escluso, abbiamo intanto il dovere di interrogarci se davvero stiamo facendo il possibile per affrontare le emergenze climatiche che stanno funestando la nostra terra. Oggi è il giorno del dispiacere e della riflessione – conclude il primo cittadino – ma da domani ricominceremo ad impegnarci per per la difesa dell’ambiente, per il rispetto della natura per la tutela del nostro territorio". Il Faggione di Luogomano, fra le più importanti piante monumentali d’Italia e simbolo della Riserva Acquerino Cantagallo - nel cui logo la chioma svetta sulla testa di un cervo come fosse il suo palco – da integro aveva una circonferenza basale di quasi 10 metri ed era alto fra i 15 e i 20 metri.

Ma la caratteristica che gli dava un aspetto unico e quasi magico era la chioma: 35 metri di diametro che con le fronde ombreggiavano fino a 900 metri quadrati, adatta per tenere al fresco le greggi quando prima della guera intorno c’erano ancora i pascoli. "E’ come se mi fosse morto un amico", scrive qualcuno su Facebook, interpretando la sensazione di molti. Negli ultimi mesi, dall’alto della sua chioma, aveva visto macchinari da taglio e mezzi pesanti trasportare via i suoi "compagni" dell’ultimo secolo – tonnellate di abeti rossi piantati nel Dopoguerra in parte colpiti dal bostrico – verso le centrali a biomasse del sud Italia. Umanizzandolo, si potrebbe sospettare che il vecchio gigante guardiano sia morto dalla gran tristezza.