Il business dei rifiuti . Sequestrati 4 container con stoffe e plastica. Erano diretti in Tunisia

Denunciato imprenditore pratese. Inviava gli scarti tessili dal porto di Carrara mescolati a pellame, parti di elettrodomestici e altri materiali inquinanti. Le indagini dell’agenzia delle Dogane partite un anno fa.

Il business dei rifiuti . Sequestrati 4 container con stoffe e plastica. Erano diretti in Tunisia

Il business dei rifiuti . Sequestrati 4 container con stoffe e plastica. Erano diretti in Tunisia

Sequestrate in porto 82 tonellate di rifiuti irregolari. Una maxi operazione della Guardia di finanza ha portato alla denuncia di un imprenditore di Prato che stava per far parire alla volta delle Tunisia quattro container carichi di stoffe. Passato alla dogana del porto, il carico ha subito insospettito il personale per il peso smisurato. Da qui l’Agenzia delle Dogane, di concerto con la Guardia di finanza e l’Arpat hanno aperto i container diretti in Africa e sono passati ai controlli. Insieme alle stoffe anche altri rifiuti che dovevano essere smaltiti in altro modo, come plastiche, giocattioli, cuoi, pellame, elettrodomestici. Le indagini, partite un anno fa, sono iniziate nel corso di un controllo di routine eseguito ai varchi del porto, nei confronti di un container diretto in Tunisia contenente rifiuti tessili, che destava sospetti a causa dell’eccessivo peso. Da un preliminare esame, è emerso che non conteneva solo abiti usati, come indicato nei documenti di accompagnamento, ma anche materiale di scarto. Da un più approfondito controllo, che ha richiesto l’intervento, oltre che dei finanzieri anche dei colleghi della sezione operativa navale di Marina, nonché dell’Agenzia delle Dogane e dell’Arpat. Al termine degli accertamenti è emerso che quel container conteneva, oltre a rifiuti tessili, anche altri rifiuti non dichiarati, materie plastiche, pellame e rifiuti elettrodomestici. Gli accertamenti sono stati estesi anche ad altri tre container con stessa società speditrice, stesso contenuto dichiarato e medesimo Paese di destinazione.

Anche qui vi erano, oltre ad abiti dismessi, anche altri rifiuti, costituiti da vecchi elettrodomestici, scarpe e giocattoli, per l’esportazione dei quali era necessaria una diversa procedura. Le indagini si sono concluse con il sequestro penale di 82,5 tonnellate di rifiuti frammisti, contenuti all’interno di quattro container e alla segnalazione del rappresentante legale della società pratese esportatrice, per i reati di gestione e traffico di rifiuti previsti dal Testo Unico in materia Ambientale. La Procura, che ha convalidato il sequestro, ha poi disposto la bonifica dei rifiuti e il successivo dissequestro per consentire il regolare smaltimento.

L’attività di controllo è frutto di un’intensa collaborazione instaurata tra Guardia di Finanza, Dogana e Arpat, che nell’anno in corso ha visto concludere altre indagini per reati ambientali, che hanno portato alla denuncia di tre persone e il sequestro di componenti meccanici di camion, classificati come rifiuti speciali, destinati all’Africa. In sostanza si cercava di trasportare un camion da rottamare, ma invece di trasportarlo pressato lo si era smontato per consentire una volta in Tunisia di essere rimontato e quindi uitlizzato per i traffici delle persone. D qui la denuncia dello spedizionieri, del senegalese responsabile della spedizione e del rottamatore.