
È corsa contro il tempo. Oltre alle strade invase dai rifiuti alluvionati l’altra enorme emergenza da gestire è quella delle aziende, da ripulire nel più breve tempo possibile. La stima parla di oltre 2000 imprese del distretto colpite dal ciclone Ciaran, che ha piegato la provincia la notte del 2 novembre. Alia è in campo dalle prime ore con uomini e mezzi propri e provenienti da appalti esterni. L’emergenza che ha colpito le famiglie replica il copione sul distretto. Qui in gioco c’e il lavoro, ci sono stipendi, ci sono clienti da soddisfare che, passata l’onda dell’emotività, vorranno risposte e quindi le imprese hanno il tempo contato per ripartire. La Regione la scorsa settimana attraverso l’ordinanza numero 93, andando anche dietro alle richieste di Confindustria, ha equiparato in via del tutto eccezionale gli scarti alluvionati speciali a quelli urbani, un modo più rapido per uscire dall’impasse e permettere al distretto di tornare al più presto al 100 per cento.
"In sostanza, la gestione e lo smaltimento dei rifiuti alluvionati (compresi quelli speciali) saranno a carico della gestione commissariale, anche a livello di costi. Naturalmente non viene esclusa la possibilità per le aziende, ad esempio con lo scopo di accelerare i tempi, di continuare a gestire i rifiuti alluvionati speciali secondo le modalità ordinarie", dice la Regione. La gestione è stata affidata sempre ad Alia che attraverso appalti con imprese private dello smaltimento si occuperà anche di questa ulteriore emergenza. La conta degli scarti da smaltire ancora non è stata fatta. Se nelle strade sono finte circa 50.000 tonnellate di rifiuti, nelle aziende non c’è un’idea precisa del quantitativo da smaltire, ma anche in questo caso non saranno certamente poche tonnellate.
A capo della task force di Alia per la gestione dell’emergenza c’è Alessandro Canovai, direttore operativo della società, pratese doc: "Ad essere in campo in questa situazione è una squadra", precisa. È Canonai che coordina le attività e partecipa alle riunioni quotidiane in Regione: "È come una grande impresa di logistica, i rifiuti vanno censiti, recuperati, portati nelle piazzole, triturati e portati in discarica – spiega – È un lavoro che va coordinato". Sono almeno cinquanta i viaggi quotidiani di camion stracarichi verso i siti di stoccaggio. Solo per la parte urbana, a questa si aggiungeranno ora i quantitativi derivanti dalle imprese.
Ieri un nuova riunione con le associazioni di categoria, mentre da oggi sul sito di Alia ci sarà un form da compilare con dati dell’azienda e una prima indicazione sui rifiuti da smaltire. Il modulo una volta compilato andrà spedito ad Alia, che provvederà a raccogliere le richieste. Le priorità di intervento verranno stabilite in base all’entità del danno ricevuto, se ad esempio un’azienda è ferma e non può lavorare, e comunque insieme alle associazioni di categoria.
In questa fase il gioco di squadra diventa determinante. Nei prossimi giorni inizieranno i recuperi veri e propri anche per le attività produttive: l’invito è a non mettere in strada i rifiuti alluvionati e dove possibile di accatastarli nei piazzali privati dei capannoni, se disponibili. Inoltre solo nel caso in cui i rifiuti tessili siano invasi dal fango potranno essere stoccati insieme ad altre tipologie, altrimenti andranno separati i tessili dalla carta, dal cartone, dalla plastica e dalla mobilia. L’invito di Alia, per chi ad esempio ha assicurazioni, è quello di rivolgersi a ditte private anche per velocizzare il lavoro, vale lo stesso per chi ha la possibilità di provvedere in proprio. Sul piatto ci sono intere produzioni tessili inondate dalla piena e diventate materiale di scarto.
Silvia Bini