Ecco l’albero degli zecchini Una mostra a Palazzo Pretorio racconta la storia del denaro

Aprirà lunedì in occasione della Settimana di studi a cura della Fondazione Datini. Dai mezzi di scambio prima delle monete ai bitcoin. E un omaggio al grande mercante. .

Ecco l’albero degli zecchini  Una mostra a Palazzo Pretorio  racconta la storia del denaro
Ecco l’albero degli zecchini Una mostra a Palazzo Pretorio racconta la storia del denaro

L’albero degli zecchini. Moneta e mezzi di scambio alternativi: dalle origini a un futuro da comprendere. E’ la nuova mostra allestita a Palazzo Pretorio, realizzata dalla Fondazione Datini in collaborazione con il Museo, in occasione della LIV Settimana di Studi organizzata dalla Fondazione Datini: sarà inaugurata lunedì 15 maggio e sarà visitabile fino al 19 novembre. Curata da Angela Orlandi, l’esposizione compie un lungo viaggio all’interno dell’affascinante tema del denaro nella storia, dagli oggetti che possono essere definiti come "moneta prima della moneta", fino a strumenti virtuali come il denaro elettronico e digitale; un lungo excursus nel tempo, un racconto fatto di episodi scelti tra documenti e oggetti conservati in collezioni pubbliche e private, oltre che nei ricchi archivi e musei cittadini. Una mostra inedita, la prima nel suo genere, che si avvale della collaborazione della Banca d’Italia, dell’Archivio di Stato di Prato, del Museo del Tessuto, del Museo Archeologico Nazionale di Firenze, della Direzione Regionale dei Musei della Toscana e della famiglia Bernocchi.

Per spiegare i meccanismi che consentirono il ritorno alla monetazione aurea, dovuti soprattutto alla forza economica della produzione tessile toscana, l’esposizione si avvale anche di un mantello e alcuni pezzi di panno ricostruiti dal Museo del Tessuto, come se fossero davvero usciti dalla bottega di Francesco Datini, accanto ai quali sono esposti campioni di stoffa e documenti provenienti dall’inesauribile Fondo Datini. Grazie alla preziosa collaborazione dell’Archivio di Stato di Prato la mostra raccoglie poi i primi strumenti di pagamento alternativi: lettere di cambio, assegni bancari e ordini scritti collocabili tra XIV e XV secolo.

Il percorso espositivo prosegue poi con la prima banconota al portatore, coniata in Italia dal Regno di Sardegna nel 1746, mentre la conclusione è dedicata al futuro: i pannelli e le teche lasciano spazio alla visione di un filmato realizzato dal laboratorio multimediale dell’Università degli Studi di Firenze, dedicato alle monete immateriali come i bitcoin e le valute digitali.