Prato, nuove accuse per il prete pusher. Usava la parrocchia come bancomat

Il vescovo di Prato denuncia don Spagnesi per appropriazione indebita: sono spariti 150mila euro

Don Francesco Spagnesi

Don Francesco Spagnesi

Prato, 1 ottobre 2021 - Aveva parlato di «giustizia» e «verità» di fronte ai tanti fedeli increduli per la bufera in cui era finita la loro parrocchia, l’Annunciazione alla Castellina, quartiere altolocato di Prato. Dopo quasi quindici giorni da quella omelia, il vescovo Giovanni Nerbini è passato ai fatti: ha querelato don Francesco Spagnesi, l’ex parroco alla guida dell’Annunciazione, finito nello scandalo per l’uso di droghe e per la partecipazione a festini a luci rosse. Spagnesi è stato arrestato il 14 settembre con l’accusa di spaccio a cui si sono aggiunte la truffa (per i soldi presi ai fedeli con la scusa di aiutare famiglie in difficoltà) e le tentate lesioni gravi perché da sieropositivo aveva avuto rapporti non protetti. Adesso dovrà rispondere di appropriazione indebita per gli ammanchi nel conto della parrocchia di cui è stato guida spirituale per 12 anni.

Nerbini, mercoledì sera – quando si era diffusa la notizia che la diocesi non aveva ancora fatto denuncia –, ha incontrato il consiglio parrocchiale e ha dato disposizioni di procedere con la querela nei confronti di don Spagnesi per appropriazione indebita. La cifra è enorme: fra i 130mila e i 150mila euro prelevati dal 2019 all’aprile di quest’anno, quando la diocesi tolse la firma del sacerdote dal conto. Denaro usato per acquistare la droga. I contabili dell’Annunciazione hanno ricostruito i movimenti sospetti sul conto fatti da Spagnesi tenendo in considerazione bilancio e giustificativi: nel 2019 mancherebbero all’appello fra i 5mila e i 10mila euro. Nel 2020 il conto è pazzesco: l’ex parroco avrebbe prelevato fra gli 80mila e i 90mila euro, mentre, nei primi quattro mesi di quest’anno, mancherebbero fra i 45mila e i 50mila euro. 

La denuncia da parte della diocesi è un atto necessario per la procura per poter contestare il reato di appropriazione indebita che è perseguibile solo a querela di parte. Fra l’altro, don Spagnesi ha già confessato di fronte al gip di aver prelevato quel denaro per comprare la cocaina e la droga dello stupro da usare durante i festini hard a casa del suo compagno, Alessio Regina, anche lui ai domiciliari per spaccio. Il sacerdote ha ammesso di aver usato i soldi per la droga e di aver chiesto ai parrocchiani offerte per famiglie in difficoltà ma di aver usato il denaro per la droga. In questo caso avrebbe preso circa 10mila euro.