Diagnosi precoce dei tumori al Santo Stefano

Il progetto sperimentale è partito grazie al sostegno della Fondazione Pitigliani e sarà sviluppato dalla Medicina nucleare pratese

La teranostica non sarà più una parola sconosciuta al Santo Stefano. Presto sarà realtà grazie alla struttura operativa complessa di Medicina nucleare che introdurrà un metodo di intervento che consente di praticare diagnosi tumorale e cura attraverso l’uso delle nanotecnologie. Una nuova tecnica diagnostica all’avanguardia ad oggi in uso sperimentale (in Italia si trova solo a Bologna) e per la quale la Medicina nucleare pratese ha avviato il percorso di richiesta al comitato etico aziendale per poi essere sottoposta al rilascio di Aifa (Agenzia italiana del farmaco). Che cos’è questa metodologia rivoluzionaria? Si tratta di una tecnica diagnostica biomolecolare innovativa che usa un radiofarmaco - molecole che contengono un atomo radioattivo e possono essere usate sia a scopo diagnostico sia terapeutico - in grado di rilevare la presenza di particolari cellule chiamate fibroblasti attivati dal tumore. E’ una tecnica sensibile e precoce nella diagnosi per tutti i tipi di tumori, che potrà essere eseguita alla Medicina nucleare del Santo Stefano.

La "Pet con il tracciante 68Ga-Fapi", questa la dicitura scientifica, permette di studiarei fibroblasti dell’ambiente tumorale caratterizzati dalla presenza di una particolare proteina, la FAP (Fibroblasting Activator Protein). Obiettivo del progetto è di usare nell’ambito di sperimentazione clinica, questa innovativa metodica PET nello studio dei tumori solidi ai fini di una migliore stadiazione tumorale (descrive quanto è grande un tumore) ed inquadramento diagnostico. Sarà possibile mettere a disposizione dei pazienti una importante arma terapeutica di tipo radiometabolico.

Insomma, obiettivo sarà quello di consentire alla Medicina nucleare dotata di radiofarmacia di ricorrere alla teranostica come strumento per una medicina personalizzata. Ciascuna seduta avrà un costo di circa 200 euro: per attivare questo tipo di Pet è necessario avere un kit reagenti specifici. Prima a muoversi per sostenere il progetto è la Fondazione Sandro Pitigliani che ha donato 20mila euro per comprare il materiale necessario alla messa a punto del radiofarmaco. Una mano anche dal Kiwanis Club Prato che con la presidente Gaia Gozzi ha raccolto fondi in una serata alle Pavoniere alla presenza della direttrice dell’ospedale Sara Melani, del dottor Stelvio Sestini, primario di Medicina nucleare del Santo Stefano, di Stefano Pitigliani in rappresentanza della Fondazione Pitigliani oltre che dei medici ospedalieri in prima linea nella battaglia al Covid. Con questa acquisizione la Medicina nucleare si conferma sempre più un’eccellenza a livello nazionale.

Sara Bessi