FRANCESCO BOCCHINI
Cronaca

Prato, 81 anni fa la deportazione di 133 operai in seguito allo sciopero generale

Solo 18 tornarono dai campi di concentramento. Oggi la cerimonia di commemorazione in piazza Santa Maria delle Carceri

La cerimonia di commemorazione

La cerimonia di commemorazione

Prato, 7 marzo 2025 - Ottantuno anni fa in seguito allo sciopero generale del 7 marzo 1944 vennero rinchiusi nel Castello dell'Imperatore 133 operai pratesi che erano stati catturati dalla truppe naziste in una spietata caccia all'uomo nelle fabbriche e nelle case, con la complicità dei fascisti. Molti vennero rastrellati a caso per strada "per fare numero" - era una buona occasione per deportare uomini e donne in grado di lavorare a favore dell'industria bellica - ma il loro destino era lo stesso: vennero denunciati come sovversivi e trasportati al treno che dalla stazione di Santa Maria Novella era in partenza per la Germania nazista. Un carro bestiame chiuso dall'esterno verso il campo di concentramento di Mauthausen e poi il sottocampo di Ebensee.

In ricordo di quella tragedia stamani è stata posta una corona d'alloro alla lapide ai piedi del Castello dell'Imperatore in piazza Santa Maria delle Carceri: erano presenti la Provincia di Prato, tutti i Comuni dell'area pratese, le associazioni combattentistiche e d'arma, Anpi, Casa delle Memorie di Guerra per la Pace, Museo della Deportazione e Resistenza di Figline e i vertici di Questura, Carabinieri, Guardia di Finanza e Prefettura. A deporre la corona in memoria dei Caduti sono stati la sindaca Ilaria Bugetti, il prefetto Michela La Iacona e il presidente di ANED (Associazione Nazionale Ex Deportati nei Campi Nazisti) sezione di Prato Gabriele Alberti. Solo 18 tra i più giovani dei 133 deportati riuscirono a sopravvivere e a fare ritorno in patria. Tra loro, come ha ricordato Alberti, Dorval Vannini, Roberto Castellani e Marcello Martini.

"Quei giorni devono restare impressi nella nostra anima per ricordarci che di fronte ai soprusi, all’arroganza, alla violenza e alle ingiustizie, dobbiamo avere il coraggio di ribellarci. Restare uniti e ribellarci- ha detto la sindaca Bugetti - Prendere una posizione, chiara e netta, senza paura, contro la logica del più forte, contro chi sfrutta, contro chi imbroglia, contro chi usa il potere a fini personali, contro chi affama i popoli, contro le ingiustizie. Penso al difficile contesto internazionale che stiamo vivendo, penso al rischio di leggi liberticide, penso alla tendenza del potere di esonerarsi da colpe e responsabilità immolati sull’altare del consenso elettorale facile e dell’interesse personale. La democrazia e la libertà sono un bene assoluto da difendere con le unghie e con i denti. Esattamente come hanno fatto 81 anni fa quegli operai e i partigiani. Ogni anno ripartiamo da qui, per impegnarci nel nostro quotidiano nella difesa dei più deboli e di quei valori che la Resistenza ci ha consegnato in dote. Un patrimonio dal valore incalcolabile che appartiene a ciascuno di noi e alle generazioni future a cui dobbiamo consegnarlo intatto. Trasformiamo questo luogo della vergogna nel punto più alto della lotta per la libertà. E’ qui, di fronte a una rivolta così convinta e partecipata, che è iniziata la fine dell’oppressore. E’ qui che torniamo ogni anno per ribadirlo e rinnovare il nostro impegno affinché quel sacrificio non sia stato vano".