
Il corteo prevede l’invito di altri Comuni con i loro Gonfaloni e simboli
Il Corteggio storico si farà. Nonostante le dimissioni della sindaca, il terremoto istituzionale e settimane preziose scivolate via tra protocolli e incertezze, Prato non resterà orfana della sua festa più importante. Il commissario straordinario inviato da Roma, insediato dopo la crisi in Comune, ha messo la tradizione al centro della sua agenda: "l’impegno a non lasciare la città senza il suo 8 settembre è massimo", spiegano dagli uffici. Perché per Prato il Corteggio non è solo una sfilata, ma l’anima stessa della città, un rito che unisce fede e identità civica.
La macchina organizzativa si è rimessa in moto, ma i tempi sono stretti per carcare di recuperare il tempo perduto. Con il vuoto amministrativo delle scorse settimane si è perso terreno prezioso: l’assenza del cerimoniere – figura decaduta insieme alla giunta – complica ulteriormente il percorso, costringendo a rimettere mano a procedure e contatti che di solito erano già definiti prima dell’estate. Di norma, a giugno, il lavoro era concluso: inviti spediti, gruppi confermati, città gemelle avvisate. Stavolta è tutto un work in progress, come ammettono da piazza del Comune, dove però la determinazione è al massimo.
Le lettere ai gruppi storici sono partite e dai comuni della provincia è arrivata una risposta corale: "Ci saremo". Mentre i figuranti dei comuni della provincia pratese hanno già dato la loro disponibilità alla partecipazione, qualche incertezza riguarda invece i gruppi folkloristici che da anni accompagnano il corteo, portando colori, musiche e danze popolari. Non tutti, con così poco preavviso, sono sicuri di poter organizzare la trasferta, ma nulla è perduto. Gli uffici comunali stanno lavorando senza sosta, inviando in questi giorni anche gli inviti alle città gemellate, altro tassello immancabile del Corteggio.
È ragionevole immaginare, dicono dal Comune, che quest’anno non saranno 400 i figuranti: la sfilata avrà una forma ridotta, inevitabile conseguenza dei ritardi. Ma il percorso non cambia, salvo sorprese dell’ultimo minuto. Alle 20, come da tradizione, il Gonfalone del Comune uscirà da Palazzo Comunale, salutato dai rintocchi solenni della campana di Palazzo Pretorio, ’La Risorta’. E sarà una prima volta storica: al fianco delle autorità, delle delegazioni delle città gemellate e delle rappresentanze religiose, non ci sarà un sindaco eletto ma il commissario straordinario, che assumerà quel ruolo simbolico e delicato.
Il corteo si snoderà per le vie del centro: da via Ricasoli verso piazza San Francesco, dove confluirà l’altro ramo del Corteggio partito da piazza del Comune. Poi ancora via San Bonaventura, viale Piave, piazza San Marco – senza impegnare l’incrocio con via Ferrucci – e un lungo serpentone di storia tra via Mazzini, via Verdi, via Garibaldi, via Santo Stefano, via dei Tintori, piazza Lippi, via Magnolfi, via Cavallotti, via del Serraglio, via Guizzelmi e Largo Carducci. Fino a piazza del Duomo, cuore della festa.
Lì, intorno alle 23, la città si fermerà per l’ostensione della Sacra Cintola dal pulpito di Donatello. Momento immutabile, che resiste ai cambi di giunta e alle difficoltà organizzative. Poi i gruppi storici rientreranno percorrendo corso Mazzoni. Sarà un Corteggio forse meno imponente, ma ugualmente denso di significato: "Non sarà l’8 settembre dei record, ma sarà il nostro 8 settembre", si ripete in città. Perché, anche in un anno di transizione, la festa più amata di Prato non si tocca.
Silvia Bini