REDAZIONE PRATO

Parte la corsa per portare il vaccino a Prato

Si lavora a un patto con le aziende della logistica dopo la candidatura dell’interporto a centrale di stoccaggio per l’Italia centrale

Francesco Querci, presidente dell’Interporto di Prato

Prato, 21 novembre 2020 - Cinquemila metri quadri di capannoni coperti, mille metri di uffici per la parte amministrativa, un intero terminal operativo, una decina di assunzioni potenziali e il coinvolgimento di aziende specializzate nella logistica, compresa quella aerea. Sono i numeri dell’operazione che può trasformare l’Interporto della Toscana Centrale nel polo logistico regionale di riferimento per la distribuzione dei vaccini anti-covid. Dopo la candidatura del polo di Gonfienti, col presidente Francesco Querci che ha scritto al commissario straordinario per l’emergenza covid, e la benedizione del governatore Eugenio Giani, adesso è il momento per l’Interporto di fare i conti di un’operazione che potrebbe stoccare a Prato centinaia di migliaia di dosi di vaccino anti-covid. Gli spazi all’interno dell’Interporto non mancano. I Magazzini Generali e due capannoni al momento non affittati possono garantire una struttura al coperto in cui stoccare le dosi in borse speciali che consentiranno di mantenere la temperatura a -80°. L’alternativa è il piazzale da 75.000 metri quadrati, dove potrebbero venire ospitati container capaci di avere la funzione di celle frigorifere. La parte degli uffici invece potrebbe essere destinata a ospitare l’area amministrativa e burocratica, oltre ad essere un ulteriore polmone per lo stoccaggio dei dispositivi accessori al vaccino: su tutti le siringhe di precisione. Dal governo si parla dell’arrivo delle prime dosi di vaccino in Italia per la fine di gennaio. E’ evidentei che servirà una corsa contro il tempo per l’organizzazione del lavoro. Per questo motivo già dalla prossima settimana Querci riunirà una decina di aziende dell’Interporto intorno allo stesso tavolo per coinvolgere quanti più operatori della logistica cittadina in questa operazione. Si tratta di una sorta di patto per l’Interporto, capace di dare grande visibilità a tutta l’infrastruttura e aiutare il settore della logistica che in questo periodo sta facendo i conti con un rallentamento del lavoro. "La nostra idea è quella di coinvolgere le aziende dell’Interporto specializzate in logistica – dice Querci – Alcune le abbiamo già individuate, con altre ci parleremo. Dentro agli spazi di Gonfienti abbiamo operatori specializzati anche nel trasporto aereo. Credo che questa possa essere una grande opportunità per tutti. Abbiamo le potenzialità per farcela, vista la posizione centrale in Italia, la presenza di una ferrovia che arriva fin dentro il polo, e i collegamenti veloci con i porti di Livorno e La Spezia, oltre naturalmente con l’aeroporto di Firenze". Querci si sofferma ad analizzare anche la parte relativa alla cosiddetta ’catena del freddo’. "Intanto dal governo ci dovranno spiegare gli aspetti tecnici della distribuzione – precisa il presidente dell’Interporto – Ho visto che ci sono aziende a livello nazionale che si occupano di tutte le fasi della gestione della catena del freddo. Di fatto i vaccini potrebbero arrivare all’Interporto, starci per poche ore e poi ripartire subito per la consegna sul territorio. Questo potrebbe ridurre la necessità fisica di spazi da destinare allo stoccaggio". L’operazione potrebbe avere ricadute economiche per tutto l’indotto pratese, ma soprattutto potrebbe portare a nuove assunzioni. Come d’altronde già successo nel corso del primo lockdown, quando lo stoccaggio di mascherine, guanti e dispositivi di protezione individuale aveva portato alla necessità di aumentare il numero di addetti. "Già nella prima fase della pandemia abbiamo dimostrato di potere gestire numeri importanti e di potere dare il nostro contributo alla comunità – conclude Querci – Ora siamo convinti di potere fare altrettanto. Aspettiamo solo un segnale dalle istituzioni governative".