
Una guerra fra bande rivali, forse per il controllo del territorio, forse per la droga. Una lotta senza esclusioni di colpi: feriti a coltellate, con il machete e investimenti. Tre contro tre. E’ quella che sarebbe andata in scena, a più riprese, a luglio e che ha visto contrapposti due gruppi di marocchini. L’episodio più eclatante e violento è stato quello registrato il 28 luglio scorso quando uno dei marocchini è stato ferito in testa a colpi di machete in via Filicaia. L’uomo venne lasciato a terra in una pozza di sangue e fu un cittadino cinese a chiamare i soccorsi. Per quell’episodio, ma anche per alcuni precedenti, tre marocchini di 20, 30 e 31 anni sono finiti in carcere con le accuse, a vario titolo, di tentato omicidio, tentate lesioni e lesioni aggravate, rapina, porto abusivo di armi, minacce. Il gip ha accolto l’impianto accusatorio della Procura – le indagini sono della squadra mobile – e ha disposto per i tre la custodia in carcere. La violenta aggressione del 28 luglio è arrivata dopo una serie di altri episodi di sangue avvenuti nei giorni precedenti.
Ad esempio, il 17 luglio si verificarono tre aggressioni in serie, una dietro l’altra: prima il tentativo di colpire con un machete un marocchino che riuscì a schivare l’arma solo per miracolo. Poi è seguito un altro agguato. Questa volta a colpi di coltello nei confronti di un altro marocchino che prima aveva tentato di investire con un motorino un altro connazionale. Il terzo episodio, invece, riguarda un altro tentativo di accoltellare un altro marocchino che faceva parte del gruppo. Tutti fatti simili, avvenuti uno dietro l’altro che dimostrano come ci fosse una guerra aperta tra le due fazioni contrapposte. Episodi che avvenivano di giorno e in mezzo ai passanti. Le indagini hanno seguito subito la pista del regolamento di conti fra bande rivali. Ancora non è stato individuato il movente di una guerra tanto sanguinosa: possibile sia il controllo del territorio legato allo spaccio della droga ma la conferma di tale ipotesi deve ancora trovare riscontri. Certo è che le modalità ricordano proprio una faida per il controllo del territorio.
L.N.