
Cobas, sit in anti mafia: "Controllare i Macrolotti"
Erano poco meno di cinquanta i lavoratori che ieri pomeriggio in piazza del Comune hanno partecipato all’assemblea-presidio antimafia organizzato dal Sudd (Sindacato Unione Democrazia Dignità) Cobas. Un appuntamento fortemente voluto dopo quanto accaduto domenica notte, quando un incendio ha distrutto la "Logistica Xin Shun Da" di via Nottingham al Macrolotto 2. Un rogo che stava per costare la vita ad un caminista che dormiva dentro al suo mezzo di trasporto. A svegliarlo le fiamme e il rumore delle gomme che scoppiavano.
"E’ solo l’ultimo di una lunga serie di episodi di violenza a stampo mafioso che si sono verificati nella zona dei Macrolotti pratesi – le parole di Luca Toscano, coordinatore di Sudd Cobas Prato Firenze – In queste faide finiscono in mezzo lavoratori che non hanno nessun tipo di responsabilità. Esiste un’economia criminale su questo territorio che non può più essere tenuta nascosta. La cosa che fa più male, probabilmente, è proprio il silenzio assordante delle istituzioni". Istituzioni alle quali "chiediamo immediatamente di prendere posizione e di intervenire. Perché i lavoratori dei Macrolotti non solo vengono sfruttati in azienda con turni massacranti di 12 ore e sono privati dei loro diritti, ma anche fuori dalla ditta non si trovano in condizioni di sicurezza, perché rischiano di morire, come capitato al camionista".
Durante l’assemblea in piazza del Comune sono stati menzionati anche gli altri episodi, ritenuti di "carattere mafioso", accaduti nelle zone industriali.
"A marzo c’è stata l’ennesima aggressione ai danni di un lavoratore della Acca, l’azienda della logistica del pronto moda con sede a Seano. Si è trattato del sesto operaio che sotto casa si è trovato degli uomini pronti a bastonarlo. E questo avviene perché le denunce dei lavoratori continuano a cadere nel vuoto. Gli operai e i lavoratori – ha proseguito Toscano – sono i soli a portare avanti la battaglia contro il lavoro nero, lo sfruttamento ed il caporalato. Mentre le istituzioni latitano, chi lotta per il rispetto delle leggi e dei contratti diventa bersaglio della violenza di stampo mafioso".
Francesco Bocchini