REDAZIONE PRATO

Centro sempre più vuoto Chiude anche "Migrana"

Il negozio di gastronomia era stato aperto nel 1957 dai fratelli Camellini. Gli attuali titolari: "La nostra città ormai è tutta diversa e non c’è ricambio".

Un altro negozio storico di Prato abbassa la saracinesca per sempre: "Migrana" in via Agnolo Firenzuola, a pochi passi dal Duomo. Questa volta però è una chiusura giustificata: Paolo Chiavacci (nella foto a sinistra) il 1° settembre farà cinquant’anni di lavoro e il suo socio Valerio Monzali (nella foto a destra) è in negozio da 35 anni. Entrambi sono già in pensione da tempo e il ricambio generazionale non c’è stato.

"Questo negozio – racconta Paolo Chiavacci – venne aperto il 1° dicembre 1958 dai fratelli Camellini che sono stati titolari fino al 1994. Sia io che Valerio siamo entrati come dipendenti e poi lo abbiamo rilevato da titolari. All’epoca c’era un terzo socio, poi uscito. Da tempo avevo detto a Valerio che volevo ritirarmi: nella vita bisogna lavorare per vivere e non vivere per lavorare". Migrana è un negozio di gastronomia, formaggeria, salumeria e alimentari fra i più rinomati ed è stato per decenni un punto di riferimento per i residenti del centro storico ma anche per i lavoratori di uffici e negozi che facevano la spesa prima di rientrare a casa. I valori aggiunti da sempre sono la freschezza dei prodotti e la professionalità di Paolo e Valerio.

Fra i due titolari c’è sempre stata sintonia. Tutte le decisioni le hanno prese insieme, compresa quella dolorosa, ma necessaria, di chiudere. Monzali avrebbe voluto proseguire ma con un nuovo compagno di viaggio non sarebbe stata la stessa cosa.

"Nei 42 anni passati in negozio – prosegue Chiavacci – ho visto e vissuto quello che accadeva intorno: il centro storico che si è svuotato dei negozi, dalle mercerie all’arrotino. Sono arrivati al loro posto bar, ristoranti, pizzerie, tabacchi. Purtroppo, per le attività storiche non c’è un ricambio generazionale. Inoltre, è cambiata la circolazione in centro, con la Ztl. In pratica, è cambiata la città e con la rivoluzione dei centri commerciali e supermercati è impossibile trovare qualcuno, un appassionato, che decida di rilevare una gastronomia. Dovevamo chiudere il 30 giugno, poi con l’emergenza Covid abbiamo deciso di passare l’estate. A fine agosto restituiremo il fondo alla famiglia Camellini". Chiavacci e Monzali in pieno lockdown sono stati un presidio importante in centro, soprattutto per gli anziani.

"Grazie – conclude Chiavacci – ai clienti di questi anni e a tutti coloro che sono già venuti a salutarci".

M. Serena Quercioli