Coronavirus, il vescovo di Prato: "Catechismo in presenza solo se in sicurezza"

Il vescovo Giovanni Nerbini ha chiesto alle parrocchie di valutare attentamente la possibilità e l’opportunità di rimandare le attività di catechismo in presenza

Il vescovo Giovanni Nerbini

Il vescovo Giovanni Nerbini

Prato, 20 ottobre 2020 - Valutare la possibilità di rimandare le attività di catechismo in presenza qualora non fosse possibile applicare tutte le misure di sicurezza anticovid messe a punto dell'Ufficio catechistico diocesano. Lo chiede il vescovo di Prato Giovanni Nerbini in in una lettera inviata a tutti i parroci della diocesi. «Nella nostra Diocesi ci sono parrocchie popolose e piccole realtà - sottolinea Nerbini in una nota -, il protocollo di sicurezza che abbiamo approntato è valido, e so che ci stiamo distinguendo per serietà e cura ma so anche che in questo momento non tutte le comunità parrocchiali sono in grado di poter svolgere le attività di catechismo secondo quanto richiesto. Per questo c'è la possibilità di interrompere le attività per chi le ha cominciate o di posticipare l'inizio dell'anno catechistico per chi ancora non ha iniziato, al 29 novembre, prima di domenica d'Avvento».

In attesa di capire come si evolverà la situazione il vescovo invita le parrocchie che decidessero di sospendere o rinviare le attività di catechismo a rimanere in contatto con i ragazzi tramite le piattaforme di video conferenza. La diocesi ricorda inoltre che la celebrazione della messa è garantita dal protocollo sottoscritto da Cei e Governo, e dunque bambini e ragazzi potranno continuare a frequentare le chiese. Per quanto riguarda il catechismo, in caso di sospensione, l'invito è quello di «riprendere in mano gli strumenti che alcuni catechisti hanno già saputo utilizzare - scrive ancora il vescovo - e ci riferiamo ai social e all'uso di internet».