Operai stranieri pagati 4 euro l’ora. E questa volta i padroni sono italiani

Prato, nuovo caso di sfruttamento: dopo la Tex Print finisce nel mirino la Top Line che lavora per conto terzi. La denuncia del Si Cobas: "Turni di lavoro fino a quattordici ore giornaliere, niente ferie né malattie"

Un momento della protesta per lo sfruttamento dei lavoratori extracomunitari a Prato

Un momento della protesta per lo sfruttamento dei lavoratori extracomunitari a Prato

Prato, 13 giugno 2021 - Non sono solo i problemi di sicurezza nei luoghi di lavoro a far risuonare un rumoroso campanello d’allarme nel distretto pratese. Lo choc del tragico incidente in azienda, che ha strappato all’affetto dei suoi cari la giovanissima Luana D’Orazio, è ben lontano dall’esser stato assimilato. L’inchiesta è agli albori, il dolore immutato. Ma ad accendere di nuovo i riflettori, stavolta sullo sfruttamento lavorativo, è un sindacato ‘marginale’ come quello dei Si Cobas, anche se da anni le condizioni di lavoro e il mancato rispetto delle regole previste dai contratti collettivi nazionali sono al centro del dibattito istituzionale.

Stavolta, però, ed è questa la vera novità, a finire nel mirino dei rappresentanti sindacali e dei lavoratori non sono titolari stranieri, bensì un imprenditore pratese. "Pantaloni a 100 euro, borse a 1000 euro, lavoro a 4 euro l’ora. Top Line: sfruttati conto terzi". Sintetico ed efficace uno degli striscioni esposti ieri mattina, durante il presidio organizzato di fronte all’azienda Top Line, nel Macrolotto 2, dai 20 lavoratori che hanno aderito allo sciopero degli straordinari organizzato e sostenuto dal sindacato Si Cobas. La situazione di sfruttamento in azienda era stata denunciata per la prima volta da alcuni lavoratori in televisione: turni dalle 12 alle 14 ore, paghe fissate a 4 euro l’ora, niente ferie né malattie pagate, né tredicesima. A quel punto il sindacato Si Cobas ha scritto a Confindustria, ai grandi marchi committenti e alla Regione per chiedere un intervento deciso, organizzando una prima manifestazione coi lavoratori Top Line e dando il via allo sciopero degli straordinari.

"Top Line è solo l’ultima di una serie di società di dubbia genuinità che si sono succedute nell’appalto G.D. Srl, di cui Giorgio Diddi, imprenditore pratese, è amministratore unico. Si parla di società con un pugno di dipendenti che riceve le commesse da grandi griffe e si serve di fornitori di manodopera: prima la FashionForFashion, poi la Cooperativa Safra, oggi la Top Line – spiegano ancora i Si Cobas -. Cambiano i nomi e le partite Iva, restano identiche le persone al comando e le condizioni di sfruttamento. In ogni passaggio, però, a perdere il lavoro sono stati gli operai sgraditi. Non vogliamo che accada di nuovo". Da qui il presidio di ieri mattina.

"La Top Line insieme al Gruppo Diddi si sta organizzando per spostare la produzione e liberarsi di chi chiede di lavorare secondo il contratto nazionale del settore, continuando a sfruttare altri lavoratori – spiega Sarah Caudiero, referente pratese dei Si Cobas -. Abbiamo organizzato questo presidio per impedire che i macchinari vengano trasferiti. Abbiamo anche richiesto l’apertura dell’unità di crisi della Regione, per tutelare i 40 lavoratori coinvolti, 20 dei quali stanno aderendo allo sciopero degli straordinari. Non è tollerabile che aziende del distretto chiudano e aprano indisturbate non appena viene smascherato il loro sistema di sfruttamento".