Cameriera sfregiata sotto casa. Chiesti 8 anni e mezzo per l’ex: "150.000 euro di risarcimento"

La requisitoria del pm è durata oltre tre ore. Chiesti 8 anni per l’esecutore materiale e 4 per l’intermediario. Martina Mucci in aula: "Non è stato facile rivivere quei momenti".

Cameriera sfregiata sotto casa. Chiesti 8 anni e mezzo per l’ex: "150.000 euro di risarcimento"

Cameriera sfregiata sotto casa. Chiesti 8 anni e mezzo per l’ex: "150.000 euro di risarcimento"

Una lunga requisitoria, durata oltre tre ore, alla fine della quale il pm Valentina Cosci ha chiesto tre severe condanne (in rito abbreviato) per gli imputati accusati di aver pianificato, organizzato e portato a termine il violento pestaggio ai danni di Martina Mucci, 30 anni, la notte del 21 febbraio 2023. Il pm ha chiesto otto anni e sei mesi di reclusione per Emiliano Laurini, 41 anni di Scandicci (in carcere da un anno, difeso da Luca Bellezza), ex fidanzato della vittima, il mandante della spedizione punitiva, otto anni per Kevin Mingoia, 19 anni sempre di Scandicci, difeso da Antonio Bertei, esecutore materiale del delitto insieme a un minorenne, e quattro anni per Mattia Schininà, 21 anni, difeso da Michele Savarese, che avrebbe partecipato alla fase preparatoria dell’agguato. Devono rispondere di sfregio permanente al volto (reato che parte da una pena base di 8 anni), lesioni e rapina aggravata in concorso in quanto negli attimi concitati dell’aggressione i due ragazzi presero la borsa della vittima. Ieri erano tutti presenti in aula: Laurini, a un certo punto, ha chiesto di andarsene, lasciando l’udienza a metà.

Martina Mucci, accompagnata dalla mamma e assistita da Costanza Malerba (i genitori sono assistiti da Federico Febbo) è rimasta, invece, per tutta la durata della requisitoria del pm ripercorrendo quei terribili istanti e scoprendo particolari nuovi sui movimenti e gli incontri avuti dai tre imputati nei mesi precedenti all’aggressione. "Non è stato facile per lei – hanno spiegato i legali – Ogni volta è una ferita che si riapre". Dopo la requisitoria, la parola è passata alla parti civili. Febbo e Malerba hanno chiesto di riconoscere la responsabilità penale degli imputati, in caso di condanna, e un risarcimento danni di 100.000 euro per Martina Mucci e di 50.000 in favore dei suoi genitori. "Martina ha sostenuto spese altissime per le cure al volto e ai denti – ha spiegato l’avvocato Malerba – basti pensare che solo le cure dentistiche sono costate fino a ora 16.000 euro, oltre a quelle per la deformazione al volto che lo Stato copre solo per metà". Mingoia, tramite il suo legale, ha già risarcito la vittima con 28.000 euro. Laurini, invece, durante la scorsa udienza ha presentato un assegno di 22.000 euro che è stato accettato solo come acconto di una cifra maggiore e non è stato ritenuto assolutamente congruo per la gravità del fatto contestato.

Durante la scorsa udienza, Laurini, che sta seguendo un percorso psicologico in carcere, ha chiesto scusa all’ex fidanzata ribadendo la versione secondo cui lui non avrebbe chiesto ai due giovani di picchiarla ma solo di tagliarle una ciocca di cappelli per intimidirla. Una ricostruzione che, però, non coincide con quelle fornite dagli altri imputati.

Il fatto risale alla notte del 21 febbraio di un anno fa quando Mingoia e il minorenne (per il quale procede la procura dei minori di Firenze) si recarono in via della Fonderia alla Pietà con un motorino. Aspettarono che Martina rientrasse dal lavoro e, appena la donna mise piede nell’androne di casa, l’aggredirono prendendola a cazzotti con particolare insistenza sul volto e sui denti. Con due rasoi elettrici tentarono di tagliarle i capelli procurandole la vistosa ferita in mezzo agli occhi.

Martina riportò la rottura degli incisivi e della mandibola, del setto nasale e la brutta cicatrice in mezzo agli occhi, oltre al taglio del cuoio capelluto. Non fu difficile per la polizia risalire ai tre (arrestati il 24 aprile dell’anno scorso): la vittima indirizzò subito le indagini verso l’ex fidanzato con il quale aveva chiuso da poco una relazione molto turbolenta. Laurini avrebbe agito per gelosia, i due erano colleghi all’Hop ’en drop di viale Galilei. Gelosia che lo avrebbe spinto ad arruolare i picchiatori per 400 euro ciascuno per "dare una lezione" alla ex.

L’udienza è stata rinviata a maggio per le difese.

Laura Natoli