
Ancora una spaccata. Stavolta con 17 colpi di tombino. L’epilogo, però, rispetto alle altre tre volte è stato differente: i due ladri sono stati arrestati. Non c’è pace per il bar di via Udine ‘Dovec’eralacoppe’, finito nel mirino dei malviventi per la quarta volta in tre mesi. L’ultimo colpo c’è stato giovedì notte: alle 3 due uomini, italiani, di 38 e 50 anni, residenti a Prato, sono riusciti a spaccare a colpi di tombino la vetrata del locale. Uno dei due è rimasto a fare il palo, l’altro è entrato nel bar dirigendosi verso la cassa. Dopo avere cercato i tablet, senza successo, è poi andato negli uffici del locale rubando un pc, un cellulare e scappando via. Alle 3.15 in via Udine c’erano già la polizia e la titolare del bar, Justyna Pawlowska. Dopo avere visionato le telecamere sono subito partite le ricerche dei due ladri intercettati dalle volanti in zona e portati in questura. Si tratta di due persone già con precedenti per reati contro il patrimonio, stavolta arrestati per furto aggravato. Al netto dell’arresto, resta però nella titolare del bar l’amarezza per la situazione che sta vivendo dalla scorsa estate. "Quando è suonato l’allarme ero nella disperazione più totale – racconta Pawlowska -. Non potevo credere a un’altra spaccata, la quarta in tre mesi. E invece è successo di nuovo. Sono arrivata al bar nel giro di un quarto d’ora e già c’erano i poliziotti. Assieme abbiamo guardato le immagini delle telecamere e gli agenti hanno subito capito chi erano i ladri. Arrestandoli a stretto giro". Lo stato d’animo resta però di grande preoccupazione. "Purtroppo si lavora senza serenità – prosegue -. Si va a letto con la preoccupazione che possa squillare il cellulare. Nel bar non possiamo lasciare niente, altrimenti rischiamo di vedercelo portato via. Per non parlare del fatto che anche nei giorni di chiusura bisogna restare a rotazione in zona pronti a partire se succede qualcosa. Questa è una vera e propria violenza psicologica. Una situazione che poi ci toglie anche energie mentali che invece vorremmo dedicare esclusivamente all’attività lavorativa". Un pensiero dell’imprenditrice va comunque alle forze dell’ordine. "Sono state eccezionali – conclude -. Hanno subito compreso la situazione e si sono mossi in maniera efficace e tempestiva. Spero che questo arresto serva da lezione a chi continua ad accanirsi verso imprenditori che danno l’anima per la loro attività lavorativa, e che la sera vorrebbero solo dedicarsi alla famiglia e riposarsi in serenità".
Sdb