Ambulanze in fila al pronto soccorso Pazienti in arrivo anche da Campi

Il picco si è registrato alle 13 di ieri ed è durato per trenta minuti. La direttrice Melani: "Abbiamo fatto fronte all’aumento di mezzi da Careggi. E’ una situazione che può succedere fra ospedali vicini"

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L’iper afflusso di utenti al pronto soccorso del Santo Stefano è iniziato già da qualche giorno, riportando i dati di affluenza a dati simini al periodo pre Covid, superando anche i 250 accessi nelle 24 ore. Ieri, poi, c’è stato un picco di arrivi di ambulanze dalla zona di Campi Bisenzio, che ha creato una coda di mezzi di soccorso in entrata nella camera calda del pronto soccorso. Un disagio che si è protratto per una mezz’ora a partire dalle 13 di ieri. Così i cittadini che arrivavano al pronto soccorso si sono trovati di fronte a una fila anomala di ambulanze, mentre la direzione ospedaliera ha "tamponato questa improvvisa affluenza non dirottata da Careggi", come spiega Sara Melani, la direttrice del Santo Stefano.

"In genere riusciamo a gestire il nostro afflusso consueto di un’ambulanza in arrivo ogni tre minuti – spiega la dottoressa Melani – Ieri mattina, fra l’altro, la situazione in pronto soccorso non era particolarmente complicata ed i flussi registrati erano i soliti. A mezzogiorno, per esempio, si contavano 10 pazienti in attesa e 20 in visita. Poi c’è stato questo confluire di ambulanze con pazienti con problematiche ordinarie e non emergenze pure provenienti da Campi Bisenzio. E’ una situazione che può succedere secondo una modalità di scambio tra reparti di emergenza. Quello che sappiamo è che questi mezzi di soccorso, 5 o 6 al massimo, non sono stati dirottati da Careggi, ma si sono presentati a Prato in completa autonomia perché i tempi per sbarellare le persone si allungavano troppo". E’ probabile che un "possibile congestionamento al pronto soccorso dell’ospedale fiorentino abbia spinto questi 5 o 6 mezzi di soccorso a rivolgersi a noi - aggiunge Simone Magazzini, responsabile del 118 Prato-Firenze - Con l’allentamento della pandemia si sta tornando alle vecchie abitudini per cui il pronto soccorso diventa il punto di riferimento anche per quelle situazioni che non sono emergenze sanitarie pure". Per la direttrice sanitaria Melani quella mezz’ora è filata liscia senza creare problemi alla gestione dei casi all’interno del pronto soccorso. "Abbiamo tamponato quei trenta minuti in cui le ambulanze hanno atteso in fila nella camera calda. Non ci siamo particolarmente allarmati e non si sono avute ripercussioni nello svolgimento del lavoro del pronto soccorso".

Che il servizio di emergenza urgenza sia in sofferenza non è una novità, sia per la carenza cronica di medici sia per un suo utilizzo non sempre appropriato. Ormai siamo alla vigilia di quella che si annuncia come una rivoluzione e che interesserà tutti i pronto soccorso della Toscana: da giugno anche i medici internisti dovranno fare la loro parte, prendere in carico precocemente i pazienti in un’area del pronto soccorso, per lasciare liberi i colleghi ad occuparsi delle emergenze.

Sara Bessi