
Davanti alla corte d’assise di Pisa i passaggi delle indagini dei carabinieri
Sotto la lente, al centro dell’udienza, le intercettazioni telefoniche e la messaggistica Whatsapp. In particolare, l’attenzione era rivolta alle conversazioni fra il soggetto ritenuto dagli inquirenti essere stato il mandante dell’omicidio e quello individuato quale basista. Ieri davanti alla corte d’assise di Pisa è stata vagliata l’integrazione di perizia richiesta dalla corte per fare piena chiarezza – da quanto abbiamo appreso – su alcuni dettagli dei messaggi ritenuti importanti dai giudici. E’ il processo – ancora in piena fase dibattimentale – per sull’omicidio di Elson Kalaveri (foto Germogli), 36 anni l’uomo che fu giustiziato ad agosto 2022 in nome del ‘Kanun’, il codice di diritto consuetudinario albanese che prevede l’obbligo di vendicare l’uccisione di consanguinei. Kalaveri venne ucciso mentre viaggiava su una Mercedes, in compagnia di un parente alla guida, che niente c’entra con il delitto. A giudizio ci sono Deliu Shkelzen, alias Shkëlzen Keqi, Qoli Shkelqim, Valentino Tarallo, Giovanni Capone, e
Ivan Tolomello. Secondo gli inquirenti Keqi – ritenuto il mandante – volle vendicare la morte del fratello ferito nel 2014 in Albania, durante una lite con Kalaveri, e poi deceduto nel 2019. . I familiari della vittima, parte civile nel processo, sono assistiti dall’avvocata Sabrina Del Fio.
C. B.