REDAZIONE PONTEDERA

Una cooperativa al timone dello storico caffè

Shalom ha acquisito la gestione del locale di piazza Bonaparte: lavoro per giovani, richiedenti asilo e donne vittime di violenza

Il Caffè Bonaparte è un pezzo di storia di San Miniato. Un capitolo importante. Forse è il caffè più antico della città. Qui faceva colazione Giosuè Carducci, nei suoi giorni sanminiatesi. Per tutti, anche se dagli anni ’90, ha cambiato nome, è il bar Bulleri, la dinasty di pasticceri – la famiglia è ancora proprietaria delle mura – che l’ha gestito per tutto il novecento scrivendo pagine che sono ben impresse nelle memoria e nella storia della città. Tante cose e tante idee sono decollate e diventate realtà dai tavolini di quel locale. Poi si sono succeduti vari cambi di gestione. Ora si volta nuovamente pagina. E il locale diventa una realtà con lo sguardo profondamente al futuro ed ai bisogni della comunità.

Vediamo come. In campo c’è il movimento Shalom, il gruppo missionario con sede a San Miniato che opera su più livelli: negli angoli più dimenticati del mondo, e sul territorio, dispiegando un’azione sociale andata crescendo negli anni e diventata, oggi, strategica. Shalom, in questi mesi, ha creato la Cooperativa Verso il Futuro, per favorire l’inserimento lavorativo delle categorie più vulnerabili.

"Tra pochi giorni – annuncia il direttore Luca Gemignani – inaugureremo la nuova gestione del Caffé Bonaparte - Bistrot Toscano (questo il nuovo nome) per promuovere il territorio e le sue specialità. Un progetto che impiegherà all’inizio cinque persone. L’obiettivo è infatti dare lavoro e allo steso tempo favorire la cultura e l’enogastronomia, e anche la mobilità sulla via Francigena, visto che il locale si trova proprio sul cammino battuto da decine e decine di pellegrini alla settimana".

La cooperativa vuol dar lavoro ai giovani, ma anche favorire l’inserimento nel mondo dell’occupazione ai richiedenti asilo e alle donne che sono state vittima di violenza. "Se tutto andrà bene – aggiunge Gemignani – sarà messa in piedi un’attività di noleggio, riparazione e vendita di epark per sviluppare la mobilità sostenibile, metterla in sinergia con la via Francigena, e allo steso tempo offrire nuove opportunità lavorative. Intanto si comincia con la nuova storia di questo caffè a cui la città ed il rione "Scioa" sono fortemente legati. Tra pochi giorni il taglio del nastro, dunque. In attesa dell’inaugurazione – fa sapere il movimento Shalom fondato da monsignor Andrea Cristiani – "potete sostenere il nostro progetto: per ogni donazione, la Fondazione Il Cuore si scioglie raddoppierà l’importo".

Carlo Baroni