CARLO BARONI
Cronaca

Terre del cimitero, la bufera: "Sono stato io a parlarne". Il geometra spiega il perché

E’ Nicola Bernardeschi il dipendente che ha lasciato il posto di lavoro in Comune "Non ce la facevo più, la mia è stata una scelta di senso civico personale".

Terre del cimitero, la bufera: "Sono stato io a parlarne". Il geometra spiega il perché

Terre del cimitero, la bufera: "Sono stato io a parlarne". Il geometra spiega il perché

Nessun problema ad uscire allo scoperto, con nome cognome e foto. E’ Nicola Bernardeschi, 52 anni, geometra comunale, il dipendente che si è dimesso dal posto di lavoro in municipio. Dimissioni intorno alle quali si è alzato un polverone. Perché è dalla lettera di dimissioni del dipendente che è emerso il nodo delle terre di esumazione del cimitero comunale che, invece di essere portate in discarica, sarebbero state sparse in tre aree private della zona. Vicenda sulla quale c’è ora un esposto in Procura del consigliere Bagnoli.

Bernardeschi, come si arriva alla denuncia di questo fatto?

"Io, premetto, non ho denunciato nessuno e non intendo farlo. Ho solo presentato una lettera di dimissioni dopo ventidue anni di servizio, nei quali sono stato anche rappresentante sindacale della Cgil di cui ho ancora la tessera. Guardi, non è stato facile lasciare il posto di lavoro, anche perché non me ne sono andato perché mi aspetta un futuro dorato. Me ne sono andato perché non ce la facevo più".

Cos’è successo?

"Me ne vado per un senso civico personale, per una motivazione etica. Non me la sento più di rappresentare l’amministrazione sul territorio. Avevo un ruolo di coordinamento delle manutenzioni sul territorio comunale, un servizio che va avanti con un organico ridotto ai minimi termini, mai più reintegrato da anni: non me la sentivo più di girare per la città, impotente, davanti alle tante cose che non vanno e che i cittadini vedono".

Però si è tolto qualche sassolino dalla scarpa...

"Certo, l’ho fatto. Ma mi sono limitato ad esporre fatti e circostanze. Tocca alla politica dare risposte e prendere provvedimenti. Vedo che si stanno muovendo, tocca a loro. Io non ho chiamato in causa persone esterne al Comune o ditte esterne. E’ una vicenda tutta interna. Quello che avevo da dire l’ho scritto nella lettera di dimissioni, non sono stato io a renderne pubblico il contenuto o parte di esso".

Cosa l’ha spinta a parlare delle terre di esumazione?

"Fu una scelta che non condivisi, sulla quale chiesi all’epoca – siamo nel 2014-2015 - spiegazioni e nessuno mi ricevette. Diciamo che quell’episodio mi era rimasto di traverso, ma sapevo anche che sarei rimasto solo se avessi fatto qualcosa. Tutte le volte che ho provato ad alzare la testa, nella mia carriera in Comune, sono stato punito e ci sono i documenti a dimostrarlo".

E quando ha deciso di mollare ha scelto anche di parlare.

"La mia è stata una lettera di sfogo che non ho reso pubblica. Ribadisco che non volevo denunciare qualcuno. Da questa vicenda ne voglio restare fuori. Sarà la politica, ripeto, a fare le considerazioni che riterrà di fare ed i passi opportuni. Ma, ripeto anche questo, vedo che li stanno già facendo".