Su orari e assemblee, è protesta: "Pronti a tornare davanti ai cancelli"

Si è svolto un presidio indetto dalla Flai Cgil di Pisa di fronte all’azienda Biancoforno di Fornacette . Ma la porta resta aperta al dialogo. Sul caso interviene anche Sinistra Italiana: "Siamo con la Cgil".

Su orari e assemblee, è protesta: "Pronti a tornare davanti ai cancelli"

Su orari e assemblee, è protesta: "Pronti a tornare davanti ai cancelli"

Ieri mattina si è svolto un presidio indetto dalla Flai Cgil di Pisa di fronte all’azienda Biancoforno di Fornacette per chiedere il rispetto degli orari e dei turni di lavoro e dei diritti sindacali. "Siamo qui perché da quattro anni qui le cose non vanno. E se non riusciremo a trovare una soluzione siamo pronti a tornare davanti ai cancelli dell’azienda con il segretario generale della Cgil Maurizio Landini, portando molta più gente", ha detto il segretario generale della Flai Cgil Giovanni Mininni, arrivato ieri mattina a Fornacette per partecipare al presidio-assemblea davanti alla nota azienda dolciaria in tutta Italia e anche all’estero. Il clima è teso. Uno dei nodi, appunto, è il problema degli orari e del calendario delle presenze dei lavoratori in azienda.

Un altro è la richiesta di poter fare assemblee all’interno dello stabilimento. L’azienda da anni sostiene che non ha un locale idoneo per le assemblea, un locale sicuro, con tutte le caratteristiche che la legge prevede. E su questo è in corso un duello giudiziario con i sindacati pendente per Cassazione. Nei primi due gradi di giudizio ha avuto ragione la Biancoforno. Sulla questione assemblee – proprio il presidente di Biancoforno, Luca Lami – ha spiegato a La Nazione, alla vigilia del presidio – che ad ogni chiesta di assemblea l’azienda si è sempre attivata prenotando a spese dell’azienda il vicino auditorium del centro la Fornace. E se richiesto – ha aggiunto – c’è sempre stata la possibilità di mettere a disposizione un bus navetta, oltre pagare il tempo e rimborsare il tragitto a chi raggiunge il luogo dell’assemblea con mezzi propri. Sulla questione dell’orario l’azienda ha spiegato che la forza di Biancoforno è su un particolare processo produttivo che dura 72 ore e sui tempi di evasione degli ordini dalla grande distribuzione: per questo ha bisogno di un po’ flessibilità da parte dei dipendenti.

Intanto i nervi restano tesi. Ma la porta è aperta al dialogo per un accordo che però consenta all’azienda di rimanere competitiva. E sulla vicenda prende posizione anche Sinistra Italiana: "Siamo a fianco dei lavoratori e della Flai Cgil – dice Anna Piu, segretaria provinciale di Sinistra Italiana che ha partecipato al presidio –. La Biancoforno rappresenta una realtà importante sul territorio che da lavoro a quasi 190 addetti che salgono a 380 con l’indotto. Non si può tollerare che i tempi di lavoro non siano certi, impedendo alle persone la possibilità di organizzare la propria vita.

Nicola Pasquinucci

Carlo Baroni