CARLO BARONI
Cronaca

Ritrova la sorella dopo 57 anni: “Il mio viaggio a ritroso nel tempo”

Monica Guerra racconta la sua vita. “Fui adottata appena nata e persi i contatti: ero la settima di undici figli”. Il lieto fine in una Rsa di Calcinaia

Monica e Donatella: le sorelle si sono ritrovate dopo più di cinquant’anni

Monica e Donatella: le sorelle si sono ritrovate dopo più di cinquant’anni

Calcinaia (Pisa), 24 ottobre 2024 – Come un gioco dell’Oca intriso di amore e dolore. Ricerche, contatti, viaggi della speranza che poi si infrangono davanti a porte ormai chiuse, strutture traslocate. A caccia di occhi che non si sono mai visti. Di mani che non si sono mai strette. Monica Guerra, 57 anni, per trent’anni ha cercato di riannodare i fili di una vita che non aveva vissuto: “Una questione di dignità, l’ho sentito come un dovere”, dice. Questa storia inizia a Castellina Marittima, dov’era nata e da dove fu portata via – ma lo saprà anni più avanti – qualche istante dopo essere venuta al mondo.

E lei, questa storia ricomposta come un puzzle, la racconta a piene mani. Davanti agli amici, i parenti, i colleghi di lavoro della Rsa Sorelle Migliorati di Calcinaia. Ma soprattutto davanti lei, Donatella, la sorella che mancava all’appello e che ora c’è. Monica la guarda, e racconta, con voce ferma e con gli occhi che - a tratti - cedono alla commozione. “Immaginate una bambina di sei anni, con il grembiule ed il fiocco, a cui a scuola iniziano a dire la tua mamma è morta – spiega –. Mi chiedevo il perchè di quelle parole. Io un babbo e una mamma li avevo”. Erano a casa. Innamorati di quella piccola. Ma erano i genitori adottivi.

Un giorno, davanti a Monica che chiedeva insistentemente perché le dicevano che la sua mamma era morta, la presero in braccio e, fra le lacrime, le dissero: “Noi ti abbiamo voluto”. In quel momento scoprì di essere stata adottata. Passano gli anni, cresce, si sposa ed ha dei figli. A quel punto decide che è venuto il momento di sapere la verità, di scoprie cosa c’è in quel passato che non ha vissuto. Le ricerche partono da Castellina Marittima. In Comune, in parrocchia, chiedendo alla gente.

Le prime carte la lasciano di stucco: lei è la settima di undici figli. L’unica a non aver mai vissuto in quella casa di povertà e disagio. Tutti gli altri qualche anno ci sono stati con i genitori biologici prima di finire in istituto: qualcuno, in struttura, c’è ancora, altri come lei andarono in adozione. Monica anche grazie all’aiuto di un amico che aveva speso la sua vita nel mondo del sociale, quei volti li ha rintracciati tutti, tranne uno, deceduto. Li trova fra Pisa e provincia, a Siena. Li incontra, spesso, senza palesare che è la sorella. Li rintraccia nelle loro nuove vite. “Ma in alcuni casi ho capito che non c’erano le condizioni per cominciare a costruire qualcosa – ammette –. Qualcuno era interessato solo a ritrovare i genitori biologi (nel frattempo morti entrambi), Con altri, ormai, troppa vita era già passata”.

Ne mancava ancora una, però. Donatella. Trovata in una struttura a Firenze, della medesima associazione di Rsa per le quali Monica stessa lavora a Calcinaia. “Durante un seminario on line – racconta – la lezione era tenuta dalla responsabile di quella struttura. Sapevo che mia sorella si chiamava Donatella. Presi il coraggio e le chiesi se lei conosceva una Donatella. Mi rispose: “E’ qui fuori che fa merenda“”. Un pezzo di cuore inseguito per anni dal Pisano, a Quercianella. Poi di nuovo a Castellina. Alcune settimane fa il primo incontro a Firenze. Ieri, la festa a Calcinaia. Insieme. Mano nella mano. Chiude gli occhi: “Mi rivedo fra le braccia dei miei genitori adottivi in lacrime che dicono quel “Ti abbiamo voluta“ pieno di amore”. Monica prova la stessa emozione davanti a Donatella. Più forte del tempo e dello spazio. Non si conoscevano e non sapevano quanto si sarebbero amate.