ILENIA PISTOLESI
Cronaca

Progetto sociale a rischio Colpa della burocrazia

Quaranta, fra bambini e adulti, partecipavano all’iniziativa ‘Bioabili in serra’. Ma la Regione cambia le carte: "E un efficace programma rischia di sparire".

Progetto sociale a rischio  Colpa della burocrazia
Progetto sociale a rischio Colpa della burocrazia

di Ilenia Pistolesi

Plana all’epilogo, nell’azienda agricola La Serra di Crespina, il progetto BioAbili In Serra, realizzato grazie ai fondi del programma di sviluppo rurale della Regione Toscana. Un bando che adesso viene replicato, ma con parametri che mettono molte associazioni nella condizione di non parteciparvi. Modalità che rischiano di non dare continuità a progetti che funzionano. E’ il caso del progetto che per due anni si è svolto a Crespina: sono stati coinvolti 8 gruppi per un totale di circa 40 persone tra bambini, preadolescenti e adulti con diverse fragilità e disabilità. La rete, già formata negli anni sul territorio tra aziende agricole, associazioni e istituzioni, è stata potenziata e la solida cooperazione tra tutti i soggetti ha visto la realizzazione di un progetto che ha messo al centro gli individui e il loro benessere. La stretta collaborazione tra l’azienda La Serra, l’associazione ‘Asino a chi?’, la società agricola BioColombini, l’associazione ‘AgriCultura Sociale’, le unità di salute mentale, l’Unione Valdera, l’associazione italiana persone down di Pisa e le assistenti sociali hanno permesso l’individuazione e il costante monitoraggio dell’andamento del progetto. Alcuni esempi: i primi sei gruppi hanno partecipato a attività assistite con gli animali, nello specifico cani e asini, a laboratori psico educativi volti al riconoscimento e all’espressione delle emozioni, dei propri vissuti, desideri e sentimenti, allo sviluppo delle abilità sociali e cooperative, all’apprendimento della comunicazione assertiva e al potenziamento delle autonomie grazie alla mediazione relazionale dell’animale in un ambiente naturale, stimolante, accogliente e non giudicante. Gli altri due gruppi di adulti sono stati coinvolti in attività di agricoltura, semina, raccolta e preparazione dei prodotti per la vendita.

"I punti di forza quali l’ambiente naturale in cui è inserito il progetto, le attività assistite con gli animali guidate da operatori formati secondo le linee guida nazionali e fondamentali per il raggiungimento degli obiettivi, i laboratori di psico-educazione con le psicologhe e la rete sul territorio, sono evidenti – spiega la psicologa Elisa Bozzi, responsabile del progetto - così come è evidente la criticità principale, ossia la scarsità di bandi e fondi che permettano la continuità di progetti così efficaci. Ci auguriamo che le istituzioni possano prendere maggiore coscienza del lavoro svolto e soprattutto dei benefici per i soggetti coinvolti e per le loro famiglie, così da poter dare maggiore opportunità di realizzazione di progetti come questo".