"Presidio fisso? Solo una soluzione tampone"

Caso Palazzo Rosa, il sindacato di polizia boccia la proposta e parla di iniziativa che toglierebbe importanti risorse ad altri servizi strategici

Migration

"Per fare un presidio fisso necessitano dieci operatori che non ci sono, a meno che non si decida di sottrarli alla Questura o al Commissariato di Pontedera distogliendoli da altri incarichi, rendendo meno efficaci delicati e nevralgici settori a partire dal controllo del territorio che, visto la carenza di organico e il Covid-19, spesso per essere garantito, necessita di particolari sacrifici". Sono le parole di Vito Giangreco, segretario generale provinciale Siulp Pisa. La questioe riguada Ponsacco. E segnatamente il caso del Palazzo Rosa dove dal 2016 sono state trasferite da Pisa e Cascina decine di famiglie rom dopo lo sgombero dei campi nomadi. Un caso di sicurezza e legalità che infiammada anni Ponsacco. A chiedere il presidio è stato l’onorevole Francesco Berti, deputato nelle file del gruppo di Di Maio, con una lettera al Prefetto. Iniziativa condivisa e sostenuta da comitato "Ponsacco Pacificata" con Gabriele Gasperini e Samuele Ferretti. In merito alla questione del Palazzo Rosa, Giangreco auspica che "si possa trovare una soluzione a lungo termine", alla questione di Ponsacco "e non con soluzioni tampone come il presidio fisso". Il Siulp "ribadisce che nelle prossime settimane chiederà un nuovo incontro con il Prefetto ed il Questore e un confronto per un tavolo programmatico sulla sicurezza in provincia con tutti coloro che si apprestano alla campagna elettorale per rimettere in agenda il tema della sicurezza che i tutori delle forze dell’ordine, tra mille sacrifici, ogni giorno garantiscono a tutela delle libertà democratiche a prescindere il colore della pelle, l’etnia e l’appartenenza politica".

C. B.