REDAZIONE PONTEDERA

Maltempo, territorio fragile: "La cassa di espansione non fa il suo dovere"

Legambiente punta il dito contro l’opera realizzata anni fa a La Sterza "L’ingresso dell’acqua è più alto del livello di piena e quindi l’acqua va altrove".

Legambiente punta il dito contro l’opera realizzata anni fa a La Sterza "L’ingresso dell’acqua è più alto del livello di piena e quindi l’acqua va altrove".

Legambiente punta il dito contro l’opera realizzata anni fa a La Sterza "L’ingresso dell’acqua è più alto del livello di piena e quindi l’acqua va altrove".

"Tutela del territorio e eventi climatici estremi". Con queste parole Legambiente Valdera vuole riaccendere i riflettori su alcune criticità che si sono manifestate in questi ultimi giorni in cui ha imperversato il maltempo provocando ingenti danni e disagi in Valdera e Valdicecina.

"Occorre dare vie di fuga all’acqua, creando zone o casse di espansione funzionanti ed efficaci, rinunciando per questo a cementificare una parte del suolo – scrive l’associazione – mantenendolo permeabile ed esondabile, e garantendo che, in caso di piena, ci siano delle valvole di sfogo, come da sempre avviene in natura. Talvolta, anche quando le casse di esondazione ci sono, risultano inutili perché localizzate a quote più alte dei terreni circostanti e perciò l’acqua dentro non ci va".

E Legambiente porta l’esempio "della cassa di espansione a La Sterza (costata oltre 4 milioni di euro di denaro pubblico) ne è un chiaro esempio. In questi giorni di piena del fiume Era abbiamo visto i campi intorno alla cassa completamente allagati, mentre l’interno era clamorosamente vuoto: in pratica l’ingresso dell’acqua nella cassa è più alto del livello di piena e quindi l’acqua si sparge e inonda i terreni esterni, anziché entrare dentro la cassa di esondazione". Legambiente Valdera ha segnalato fin dal 2014 all’Autorità di Bacino e alla Regione Toscana la anomalia di questa situazione, "ma, a distanza di 10 anni, lo stato delle cose è ancora lo stesso e la pericolosità idraulica per le zone circostanti questa struttura, che dovrebbe servire ad accogliere le acque in eccesso, permane tristemente inalterata. E pensare che, date le dimensioni, sarebbe in grado di liberare per una mezz’ora un flusso d’acqua di 400 m3/sec, alleggerendo la eventuale piena dell’Era a valle, verso Capannoli, Ponsacco e Pontedera".

"Stesso discorso per le aree in pendio soggette a franosità: riprendiamo a mantenere gli assetti idraulici antichi del girapoggio, con le scoline e i muretti dei terrazzamenti per rallentare i flussi delle acque, evitando di continuare a disboscare, sbancare ed edificare laddove le condizioni geomorfologiche sono precarie per la stabilità delle colline. Ma, soprattutto, smettiamo, una volta per tutte, di continuare a nasconderci dietro alle scuse del momento, come l’albero che ostruisce il flusso o la buca della tana nell’argine", conclude Legambiente.