
Attraversando la strada comunale di Malarampa, con l’imprescindibile cautela di non superare mai i 30 km orari, sembra di ondeggiare sopra un paesaggio lunare, in una striscia di quasi ex asfalto senza un padrone a regimare, controllare, intervenire. Certo, non parliamo di una strada a alta percorrenza, ma di una via comunale costellata da poderi e agriturismi che è cintura di congiunzione fra la frazione di Villamagna e la Sr 439 dir. Sembra una beffa il nome di quella strada, Malarampa, così impraticabile che ieri mattina, marciando a passo d’uomo, siamo riusciti a contare almeno 70 voragini di varie dimensioni aperte nella strada in un lembo di via di circa 6 km, ovvero dal bivio che dalla frazione di Volterra si incanala verso la 439 dir, direzione Lajatico per intenderci. Ma non ci sono solamente le buche, un naturale corredo da queste parti, che rendono la strada un percorso da Camel Trophy: perché in alcune porzioni di quel che resta di ciò che può essere definito asfalto, si spalanca una frattura continua, sgretolata, implosa, e in alcuni tratti il manto stradale prende la forgia della gobba di un dromedario. In altri punti ancora, la strada è del tutto avvallata.
Possibile che, anno dopo anno, nulla cambi per questa via, da lustri al centro di furibonde proteste? La risposta è sotto gli occhi di chi la percorre rischiando di prendere una buca o, ancor peggio, di finire fuori strada. Perché al di là di qualche intervento in alcuni e minimi pezzi, questa via è un tratto super insidioso di cui nessuno si è mai preoccupato, oltre alle legittime preoccupazioni di chi è costretto a percorrerla. Le ruote delle vetture di passaggio affondano nel cemento ormai ridotto a una collezione di voragini e crepe. Il colpo si fa sentire, gli ammortizzatori vengono messi a durissima prova, la tenuta dell’auto idem. I più attenti ricorrono alla cara vecchia tattica del dribbling ma, se si prova a deviare una buca a destra, ecco che ne troviamo subito una sul lato sinistro della carreggiata, se tale può essere ancora definita. Oltre a un manto stradale che è pericolo giornaliero, lungo la carreggiata non ci sono segnaletica e cartelli. Benvenuti nella strada di nessuno.
Ilenia Pistolesi