Lo scandalo keu in aula. Raffica di parti civili. Anche la società Lerose

Una quarantina le richieste: ma il giudice si pronuncerà alla prossima udienza. Legambiente: "Verità e giustizia su uno dei casi più gravi di inquinamento".

Una quarantina tra persone fisiche (proprietari di terreni), Comuni, sindacati, associazioni, ieri, nella seconda udienza preliminare a Firenze, ha chiesto di costituirsi parte civile per l’inchiesta sul keu coordinata dalla procura antimafia di Firenze che vuol mandare a processo 24 persone e 6 aziende. I capi di accusa – a vario titolo – vanno dall’associazione per delinquere finalizzata alle attività organizzate di traffico illecito di rifiuti e inquinamento ambientale, all’abuso di ufficio fino alla corruzione elettorale. Anche Legambiente Toscana ha chiesto di costituirsi parte civile. Ma anche la societa Lerose, soggetto chiave dell’inchiesta: l’amministratore giudiziario dell’azienda, subentrato alla vecchia gestione, ha deciso di proporre azione civile. Il gup Gianluca Mancuso deciderà nella prossima udienza del 7 giugno se ammettere al processo le presunte parti offese e danneggiate che sono intenzionate a chiedere il risarcimento dei danni.

Uno scandalo, quello del Keu, che arriva nell’aula penale a tre anni dallo scoppio dell’inchiesta e a quattro anni dall’indagini e si preannuncia molto complesso, per il numero di imputati e per la grande varietà di reati contestati. Il presidente Legambiente Toscana Fausto Ferruzza ha detto: "ottenere verità e giustizia su uno dei casi più gravi di inquinamento ambientale della nostra storia recente, è un obiettivo statutario di rango prioritario per la nostra associazione. Ci auguriamo, poi, che si possa procedere nel modo più celere ed efficace possibile alla rimozione degli agenti inquinanti (e quindi alla bonifica) di tutti e 13 i siti interessati dall’illecito smaltimento". Le indagini, svolte dal comando regionale carabinieri forestale della Toscana insieme al Nucleo operativo ecologico di Firenze, hanno condotto a ipotizzare con quale meccanismo il Keu sarebbe finito nei terreni: il prodotto frutto del trattamento termico dei fanghi di depurazione nell’ex Ecoespanso di Santa Croce veniva inviato all’impianto Lerose ben sapendo che – secondo l’ipotesi accusatoria – il reimpiego che sarebbe stato fatto dalla scoietà Lerose di tale rifiuto era incompatibile con il rispetto dei limiti e requisiti di legge.

Così le "terre avvelenate" sarebbero finite anche in grandi appalti pubblici. Si tratta di circa 8mila tonnellate destinate quali inerti nel riempimento di nuove infrastrutture (ad esempio il V lotto della Sr 429 Empolese-Valdelsa). Non solo: questi scarti, ritiene la procura, sarebbero stati destinati anche ad altri cantieri o siti come, in un terreno di recupero ambientale a Massarosa, nella zona del Green Park a Pontedera – dove stanno iniziando le operazioni di rimozione dei cumuli di terra contente Keu – così come sarebbero finiti nell’aretino.

Carlo Baroni