Letture e mostra Per il centenario di Mino Trafeli

La storia dell’artista attraverso le sue opere. Si presenta il libro nella sala Melani di Torre Toscano

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In occasione del centenario dalla nascita dell’artista Mino Trafeli, sabato 29 dicembre alle 16 nella Sala Melani di Torre Toscano, si terrà la presentazione del libro ‘A come Arte - lettura critica dell’opera di Mino Trafeli’, con il volume che raccoglie gli atti del convegno tenutosi a Volterra il 12 ottobre 2019. All’evento interverranno: Marta Trafeli, la figlia dell’artista, lo srittore e giornalista Alessandro Agostinelli, il critico letterario Daniele Luti e il critico d’arte Marco Tonelli. Intanto, c’è tempo fino al prossimo 8 gennaio per visitare a Palazzo dei Priori la mostra ‘Mino Trafeli: la scultura impossibile 2018-1980’, a cura di Marco Tonelli e del comitato per la promozione dell’opera di Mino Trafeli.

Una tappa del progetto dedicato all’opera dello scultore volterrano (1922-2018) più rappresentativo della città, nell’anno del centenario della nascita dell’artista. La mostra, con cadenza annuale e con un ordine cronologico invertito, come era nello spirito destabilizzante della poetica di Trafeli, dalle ultime opere alla produzione iniziale, vuole rendere testimonianza non solo della sua scultura, ma anche del suo spirito irriverente, ironico, mai fisso e sempre in cambiamento, come dimostrano le modificazioni continue di opere, le loro distruzioni, le loro combinazioni e riutilizzazioni sempre differenti, la pratica della decostruzione di immagini plastiche e video. La parola ‘impossibilità’ è per Trafeli una parola chiave e fondamentale che compare spesso nei titoli delle sue opere, ma per Trafeli spazio era anche il contesto, il laboratorio, lo studio di lavoro in cui l’opera poteva essere agita (una scena teatrale, una scultura partecipata o maneggevole, indossabile, praticabile).

È partendo da queste premesse che la mostra dello spazio dedicato a Trafeli presenta le sculture realizzate negli ultimi trent’anni all’interno del padiglione Ramazzini dell’ex manicomio di Volterra, che l’artista aveva adibito a proprio studio, arrivando agli ultimi disegni di scultura e passando per opere dedicate al mito di Ulisse e opere video.