
Le "Dimore Eterne" degli Etruschi. Subito assalto al Museo Guarnacci
Le dimore eterne schiudono segreti cristallizzati nei secoli. Il museo Guarnacci si fa quinta per l’esposizione dei tesori riaffiorati dalla necropoli delle Colombaie, a 100 anni tondi tondi dalla prima esplorazione del sito funerario che si affaccia sulla Valle del Cecina. Ieri, l’inaugurazione della mostra ‘Dimore Eterne’ che trova nelle iconiche sale del Guarnacci, all’altana, il proprio palcoscenico. Una scoperta archeologica dimenticata, ripresa nel 2016 dall’università di Pisa che ha strappato dall’oblio 3 monumentali tumuli di epoca tardo-orientalizzante (siamo a cavallo fra il VII e il VI secolo a.C.) di cui uno, il cosiddetto tumulo 2, trovato sigillato. La sala dell’altana svela una tomba che non aveva subìto violazioni, in cui hanno trovato riposo gli appartenenti a una ricca famiglia. Quattro le sepolture: i resti di un maschio adolescente cremato, il cranio incenerito di un uomo e le sepolture inumate di due donne. Le deposizioni erano accompagnate da corredi funebri pregiati che danno testimonianza dell’alto lignaggio della famiglia. Un coltello in bronzo usato per i rituali, armi in ferro, un bacile in bronzo, un minuscolo e raffinato fermatrecce in oro e un vero e proprio kit da toilette, composto anche dall’antenato della lima per le unghie. Inoltre gli archeologi dell’università di Pisa, guidati da Lisa Rosselli, hanno rinvenuto all’apertura del tumulo 2 i resti di un cerimoniale che si era compiuto prima di apporre i sigilli alla camera funeraria: due calici in bucchero decorati e quattro vasetti da profumo, di cui uno proveniente da Corinto, segno di uno scambio commerciale già florido all’epoca della costruzione della necropoli.
Nella sala dell’altana sono presenti altri lampi di luce sul passato del sito archeologico: i resti di una capanna antecedente i tumuli e la testimonianza di una serie di tombe a fossa di epoca tardo imperiale romana (III-IV secolo d.C.). Un "prima e dopo i tumuli" che attestano la natura pluristratificata dell’area e la sua complessa e articolata storia che si svolge tra la tarda età del Ferro e l’epoca tardo antica. Lo scavo dell’area vede già impegnati Comune, università di Pisa, soprintendenza e Fondazione Crv nell’organizzazione di una campagna per la prossima estate, che avrà il compito di terminare l’indagine di un terzo tumulo recentemente individuato. La mostra nasce dal sodalizio fra Comune, UniPi, dipartimento civiltà e forme del sapere, Mic, soprintendenza, con il contributo di Fondazione Crv e Unicoop Firenze, sezione Volterra. Accanto alle scoperte, pannelli e video accompagnano i visitatori nel cuore di queste grandi capsule del tempo.
Ilenia Pistolesi