COMPRENSORIO
Inflazione, incremento dei tassi d’interesse da parte della Bce e incertezza a causa delle guerre alle porte dell’Europa. "Questa situazione sta soffocando le imprese" secondo Confindustria Moda che ha partecipato all’incontro con il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, il quinto del Tavolo della Moda che da fine 2023 sta discutendo le soluzioni del Governo per fronteggiare la crisi. "In questo momento difficile occorre che le associazioni lavorino con il Governo per trovare soluzioni di supporto – dichiara Claudia Sequi in rappresentanza di Confindustria Moda che rappresenta Assocalzaturifici, Assopellettieri, Associazione italiana pellicceria e Unic concerie italiane – Si parla di 11.500 aziende per un fatturato complessivo di 33 miliardi di euro. RIschiamo di perdere quel manufatturiero di cui andiamo giustamente fieri. Le aziende non ce la fanno e rischiano di chiudere". Nei primi quattro mesi dell’anno c’è stato un calo del 7,9% dell’export ed è "da escludere una ripartenza nel breve periodo. Apprezziamo l’intervento del Governo, ma si deve fare di più". L’esecutivo Meloni punta su tre misure di sostegno al settore: riscadenzamento del debito, provvedimento normativo sul credito d’imposta e il pieno riconoscimento degli ammortizzatori sociali. "Sul primo possiamo solo concordare – sostiene Confindustria Moda – e chiediamo che i termini di rimborso dei prestiti siano estesi al massimo. Sul secondo tema bene l’introduzione dell’ipotesi transattiva, tuttavia l’annunciata percentuale del 50% dell’importo da riversare non è realistica, lavoreremo con il Governo per portarla al 30%. Sul terzo tema, e il riferimento è agli ammortizzatori sociali, il Governo ha fornito una fotografia di generale controllo e gestione. I dati a nostra disposizione indicano, purtroppo, una realtà diversa in cui molte aziende hanno esaurito le disponibilità degli ammortizzatori sociali". Sul Tavolo della Moda con il ministro Urso il senatore Pd Dario Parrini parla di "ennesimo flop" e "sconcertanti ritardi, sottovalutazioni e mancanza di impegni da parte dell’esecutivo Meloni".
g.n.