"Keu, millantare pericoli è un atto gravissimo"

Il segretario del Pd di Pontedera, Francesco Papiani, risponde alle accuse sui terreni inquinati del Green Park, sottolineando la regolare monitoraggio delle autorità competenti e la procedura in corso per la rimozione del Keu.

Quello delle terre inquinate, del Keu che soggiace sotto ai teloni bianchi nella lottizzazione del Green Park, è un tema che ha già infiammato la campagna elettorale. Il segretario del Pd di Pontedera, Francesco Papiani, ribatte ai candidati a sindaco, Alberto Andreoli e Matteo Bagnoli. "Bagnoli parla di realtà inquinata – dice Papiani – con metalli che si infiltrano nei terreni e di “rischi per la pompa che manda l’acqua nelle nostre abitazioni“. Anche Andreoli cita le analisi di Arpat. Il punto di partenza è che la città intera ha diritto di veder rimossi i cumuli di quel materiale. D’altronde, la zona è ben monitorata in continuazione dalle autorità competenti, Arpat, Usl, Acque Spa per quanto riguarda la fornitura idrica e non vi sono segnalazioni, al momento attuale, di particolari criticità. Millantare un rischio per la salute dei pontederesi, addirittura spaventarli con il rischio di avere un’acqua inquinata, è un atteggiamento gravissimo, che potrebbe anche integrare una denuncia da parte di chi certifica e garantisce la salubrità dei luoghi e la potabilità dell’acqua".

E sulle operazioni di rimozione. "Bagnoli – continua Papiani – ci dice che il Keu non viene rimosso per mancanza di fondi da parte dell’amministrazione. Andreoli ci parla di ritardi incomprensibili e di proroga concessa a proprietari e lottizzanti dei terreni, che il Comune dovrebbe spiegare. In realtà la competenza della rimozione non è comunale. La sentenza del Consiglio di Stato del 3 gennaio dà ragione al Comune e rende efficace l’ordinanza emessa per intimare la rimozione a proprietà e appaltatore dei terreni a proprie spese. Il termine ultimo è stato ricalcolato e scadrà a maggio. Se ciò non avverrà entro la scadenza il Comune può sostituirsi a loro, imputandogli i costi di rimozione e bonifica. Ogni altro intervento preventivo comporterebbe una violazione della sentenza del CdS, nonché un possibile danno erariale sanzionabile dalla Corte dei Conti".