Il mistero dei 19 cavalli morti "Servono carotaggi del terreno per capire se ci sono dei veleni"

Il caso degli animali morti, parla Sonny Richichi, presidente di Ihp che recupera animali maltrattati

di Ilenia Pistolesi

La riapertura delle indagini disposta dal gip spalanca un mondo sui vecchi scenari rimasti a sonnambulare dal 2018. Come evolverà il quadro investigativo sulla scia di sangue che ha macchiato i pascoli di Tignano, con la strage irrisolta di 19 cavalli morti dal dicembre 2018 alla fine del 2020? Ne parla Sonny Richichi, a capo della onlus Ihp che gestisce il centro di recupero per equini maltrattati o sottoposti a sequestro giudiziario.

Presidente, quali sono i punti che sono stati oggetto della vostra richiesta che ha condotto a riaprire le indagini?

"Intanto considero la decisione del gip una prima vittoria dopo il buio di questi anni. Abbiamo ribadito l’importanza di riprendere in considerazione un caso che, dati alla mano, resta un unico e senza precedenti storici: la questione è aperta sull’avvio di un tavolo scientifico, fatto richiesto a più riprese anche al ministero della salute, su 19 decessi che non hanno niente a che vedere con l’età degli animali o con le loro malattie pregresse. Paradossalmente non sono morti i cavalli più anziani. Ci sono questioni che ancora aspettano di uscire dai coni di ombra".

Si riferisce alle indagini sui terreni?

"Esattamente. Non è mai stato disposto un vero e proprio carotaggio sul sottosuolo. Quali misteri si annidano in quei pascoli, che abbiamo deciso di abbandonare per questioni di sicurezza da oltre un anno? Idem per la presenza di cianuro. Nessuna analisi. Sono queste le motivazioni che hanno spinto il gip a riaprire l’inchiesta".

E cosa si aspetta adesso?

"Mi aspetto di essere nuovamente convocato dagli organi inquirenti. Devono essere portate avanti le indagini. Forse è troppo tardi, ma avevamo consegnato anche alcuni organi dei cavalli deceduti".

E le analisi condotte dagli istituti stranieri?

"Il nostro resta un caso unico. Siamo stati contattati da un ex docente dell’università del Kentucky, in America, che ha formulato un’ipotesi, ossia la presenza di piante tossiche. Secondo questo studioso, la contaminazione sarebbe partita dal terreno per arrivare alle piante, in questo quadro ipotetico ingerite dagli animali".

Pensa ancora a un misterioso killer?

"Ritengo che, avendo come onlus molti nemici, nessuna ipotesi possa mai ritenersi esclusa".