Per l’accusa due giovani, di 31 e 33 anni, italiani (parenti tra loro) e residenti nel nord Italia, sarebbero i finti carabinieri che derubarono un’anziana della nostra zona. Secondo il copione accusatorio, si apprende, i due – utilizzando pettorina e cappellino, per camuffarsi come militari dell’Arna – si presentarono a casa dell’anziana per avvertirla di una fuga di gas: avrebbero raccomandato alla donna di riporre in una borsa coperta tutto quanto aveva di valore in casa; poi l’avrebbero convinta ad uscire dall’appartamento e ad aspettare fuori l’imminenbte arrivo dei vigili del fuoco. Così, intanto, loro, terminata la falsa incombenza si sarebbero dati alla fuga portando ovviamente via la borsa dove l’anziana aveva riposto denaro contante e monili in oro che aveva in casa.
Un "classico" copione che sarebbe stato messo in piedi per derubare una persona anziana, e che sarà al centro in tribunale a Pisa di un processo la cui istruttoria decollerà nelle prossime settimane. I due fratelli sarebbero stati incastrati con una capillare indagine dei carabinieri che hanno messo in relazione l’episodio con un altro avvenuto fuori dalla Toscana – e di cui gli stessi soggetti sono ritenuti responsabili – con un similare modus operandi. In particolare, per i fatti di questa zona, gli indizi accusatori avrebbero elementi centrali nella presenza della macchina dei due, e dai riscontri dei tabulati telefonici che collocherebbe la presenza degli imputati nell’area dove insiste la casa dell’anziana in data ed in orario compatibile con il fatto. I due devono rispondere di furto aggravato in concorso: sostiene l’accusa il pubblico ministero Massimiliano Costabile.
Carlo Baroni