"Il Comune di Ponsacco può salvare la casa dei Cerretini"

La famiglia Cerretini chiede al Comune di Ponsacco di riesaminare il diniego alla sanatoria per salvare la loro casa dalle ruspe. L'avvocato sostiene che la norma esisteva prima del permesso di costruire. Il Comune rischia un danno erariale se non valuta attentamente la situazione.



"Il Comune di Ponsacco può salvare la casa dei Cerretini"

"Il Comune di Ponsacco può salvare la casa dei Cerretini"

La famiglia Cerretini rinnova l’appello e prosegue la battaglia. "La politica faccia scelte coraggiose, si preoccupi delle persone senza limitarsi ad applicare sterilmente un provvedimento – scrivono Paola e Paolo Cerretini – perch come ha detto Don Armando, la situazione della nostra casa, sottoposta ad un provvedimento di demolizione, ha del paradossale. Un esempio di burocrazia illogica che ha gettato una famiglia in uno stato di disperazione, appesantito dalla frustrazione e dal senso di impotenza". Da qui la richiesta: "sarebbe un bel gesto da parte del Comune di Ponsacco chiedere prima del 28, giorno dell’udienza al Consiglio di Stato una richiesta di riesame del diniego alla sanatoria contro la quale ho presentato ricorso al Tar". Sarebbe una strada per tentatre di salvare la casa dalle ruspe. Del resto, come rileva – si apprende – l’avvocato Giuseppe Toscano che assiste la famiglia che rischia di vedersi buttare giù la casa "l’immobile di proprietà dei Cerretini può essere “salvato”, in sanatoria – si legge nella lettera al Comune –. La norma esisteva prima del rilascio del permesso di costruire, l’edificio è stato realizzato in conformità al permesso, per trasferimento di altri volumi esistenti, sempre in fascia di rispetto, in Comune di Pontedera". Nonostante questo fatto "non è stato tenuto in alcuna considerazione dal Comune di Ponsacco – si legge ancora –, che nel diniego dell’istanza si è laconicamente limitato a dire che la sanatoria non poteva essere rilasciata perché c’è il giudicato del Consiglio di Stato". Secondo il legalle "ad esito dei giudizi in corso, e soprattutto di quello contro il diniego della sanatoria, il Comune rischia un danno erariale “inverso”: ovvero di corrispondere ai Cerretini il risarcimento del danno, quando ben potrebbe non risarcire alcunché, ove ad esito di un’attenta valutazione, in riesame, della sanatoria si giungesse alla conclusione che poteva, e può, essere accolta, per l’elementare ragione che la sanatoria si fonda su una norma diversa da quella su cui si fonda il giudicato". L’8 settembre scorso a casa Cerretini si è presentato il professionista incaricato dal Comune per una perizia tecnica sul fabbricato tesa – si apprende – a "stabilirne la consistenza, la conformità al titolo edilizio annullato post costruzione e il valore costruttivo". Un passaggio dell’iter verso la demolizione.

C. B.