Pontedera, 20 luglio 2014 - IL «CASO ex Gozzini» ha una scadenza immediata: il 25 luglio, giorno in cui scade l’ordinanza del Comune che obbliga la proprietà o chi la rappresenta a rimuove le lastre di amianto a terra. Intanto quelle, perché poi di amianto ce ne è molto altro nell’ex officine santacrocesi. Il sindaco Giulia Deidda è chiarissima sulla vicenda: «Vediamo cosa accade a quella data, ma non escluso che se non viene dato seguito all’ordinanza il Comune non provveda direttamente rimettendo il conto ai responsabili». «La priorità, tuttavia — ammette Deidda — sarà quella di realizzare il censimento e la mappatura dei materiali contenenti amianto, al fine di determinare con esattezza le criticità e i costi necessari per gli interventi più urgenti per la messa in sicurezza dell’area». Sulla vicenda è stata depositata anche un’interrogazione in consiglio regionale dal gruppo Fratelli d’Italia.
I CONSIGLIERI Giovanni Donzelli, Paolo Marcheschi e Marina Staccioli che sull’argomento hanno rivolto un’interrogazione urgente alla Regione sottolineano come «da tempo le ex officine Gozzini sono in uno stato di completo abbandono, data anche la situazione amministrativa che le vede in stato fallimentare». «Le coperture della struttura sono in eternit, in cui è presente l’amianto, che con l’incuria ed il trascorrere del tempo si sono sfaldate rilasciando polveri pericolose per la salute delle persone — proseguono — Non solo questo, perché le ex Officine Gozzini, per il funzionamento dei propri macchinari, utilizzavano oli lubrificanti che potrebbero aver inquinato le falde acquifere. Ora, dai controlli effettuati dall’Arpat sui campioni prelevati a terra, è stata evidenziata la presenza di amianto, più precisamente fibre di tipo crisolito, il più comune dei minerali utilizzati per l’eternit, nonché tra quelli considerati dall’Organizzazione mondiale della sanità come i più pericolosi per la salute dei cittadini” chiosano i consiglieri di Fratelli d’Italia».
In conclusione, Donzelli, Marcheschi e Staccioli domandano alla Regione «se l’Arpat, oltre ai rilievi per la presenza di amianto, abbia effettuato specifici controlli per verificare l’eventuale contaminazione delle falde acquifere. Infine, se la Regione intenda intervenire direttamente o per il tramite del Comune di Santa Croce affinché i curatori fallimentari delle ex Officine Gozzini si impegnino, in tempi brevi, alla bonifica del sito».