
Ieri ha deposto il perito davanti alla Corte d’appello di Firenze. Lo psichiatra Alberto Petracca, che è stato consulente nominato dal gup di Pisa Laghezza per il processo di primo grado in abbreviato a carico di Danny Scotto, ha ripercorso – si apprende – la sua consulenza, e fornito il quadro del 29enne agricoltore di Chiesina Uzzanese, spiegando ai giudici di aver effettuato sul giovane una nuova perizia a fine 2020 (sempre su incarico del gup pisano)per valutare come stesse andando l’esecuzione della misura in Rems.
Il dottor Petracca, lo ricordiamo, aveva concluso nella sua consulenza, nell’ambito del primo processo, che Scotto "presentava una condizione di stato psicotico delirante sulla base di un disturbo schizotipico di personalità. Pertanto era infermo di mente. E la sua infermità era tale da escludere totalmente la sua capacità di intendere e di volere" quando andò a trovare l’ex compagno di scuola Giuseppe Marchesano (nella foto), a casa sua, a Casteldelbosco, e lo crivellò di colpi nel novembre del 2018. La Corte ha deciso di acquisire anche la seconda perizia e, una volta effettuata l’acquisizione, fisserà una nuova udienza nella quale decidere se procedere con una ulteriore perizia affidando un’incarico, riformare la sentenza di primo grado o confermare quella del giudice Laghezza che aveva assolto Scotto – assistito dall’avvocato Barbara Luceri – per vizio totale di mente, disponendo per lui una misura di sicurezza di 24 anni in una Rems. Sentenza impugnata in appello dalla Procura di Pisa che chiede ai giudici di secondo grado di mandare Scotto in carcere per 12 anni e solo dopo la detenzione – a pena espiata – procedere con una misura di sicurezza.
C. B