REDAZIONE PONTEDERA

Crisi della moda e il vertice a Roma: "Ora serve un tavolo più ampio"

I sindacati locali: "Necessario un vertice con la presenza sinergica dei ministeri Mef e Mimit"

Da mesi i sindacati della zona del Cuoio hanno sollevato il problema della grave fase congiunturale che sta vivendo la filiera della moda della Toscana

Da mesi i sindacati della zona del Cuoio hanno sollevato il problema della grave fase congiunturale che sta vivendo la filiera della moda della Toscana

Il vertice a Roma di sindaci, vertici del conciario e del calzaturiero, con il ministro Urso, è stato sicuramente un passaggio importante nel cammino per trovare la via d’uscita dalla crisi della filiera della moda. Il titolare del ministero delle imprese e del Made in Italy ha detto che il governo "sta lavorando per rispondere alle principali richieste delle imprese del settore conciario e della moda". Sul tavolo anche alcune misure al vaglio del ministero, di concerto con il Mef, soprattutto per quanto riguarda l’accesso al credito. Intanto, però, sul territorio resta la crisi, profonda e dai contorni preoccupanti. E su questa i sindacati – a poche ore dal vertice nella Capitale – tornano a lanciare l’allarme. E’ Alessandro Conforti (Filctem Cgil) a ribadire nuovamente le ragioni di tanta allerta, sottolineando anche che all’incontro con Urso i sindacati non erano presenti.

"Per quanto ci riguarda noi siamo rimasti alle parole di una quindicina di giorni fa, sulla possibilità della cassa integrazione per le aziende sotto 15 dipendenti – spiega Conforti –. Si parlava di 12 settimane. Che sarebbero preziose per arrivare almeno alla fine dell’anno". E’ il segmento, quello delle piccole imprese del manifatturiero, che ha urgenza di sostegno. Poi a ruota, tuttavia, il bisogno ci sarà per l’industria. "Per quanto riguarda il tema più generale della crisi – specifica Conforti – noi crediamo che dovrebbe essere affrontato con un tavolo che vede seduti tutti i soggetti a vario titolo coinvolti e chiamati a mettere in atto strumenti di sostegno: penso, intanto, alla presenza di tutti e due i ministeri, Mef e Mimit, le regioni dove insistono i distretti interessati, i Comuni (se cresce la disoccupazione crescerà anche il disagio sociale sui territori) le organizzazioni di categoria e le delegazioni sindacali. Ci sono le aziende da sostenere, ma anche i posti di lavoro da salvare, le professionalità da preservare perché sono un patrimonio. I due ministeri hanno raggi d’azione diversi in questa congiuntura, che devono però essere sinergici nell’affrontare i nodi".

Da una parte, quindi, l’urgenza degli ammortizzatori sociali. Dall’altra le problematiche dell’accesso al credito, la rimodulazione dei presti bancari, le misure di politica attiva per non perdere le professionalità e il saper fare; la soluzione definitiva al problema del credito di imposta per le attività di ricerca e sviluppo. Il tutto per salvare un tassello importante del made in Italy.

Carlo Baroni