"Coi fichi secchi non si vince questa sfida"

Candidare San Miniato a capitale italiana della cultura? L’opposizione con un post scatena il dibattito. E la polemica è servita

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SAN MINIATO

Il dibattito è aperto. La polemica è servita. Candidare San Miniato capitale della cultura nel 2026? Il presidente della Regioe Eugenio Giani, intevenendo alla presentazione di una volume sui personaggi che hanno fatto la storia della città, ha detto che "San Miniato ha le carte in regola". L’opposizione prende spunto per un attacco politico profondo a suon di domande. E’ Manola Guazzini a non farsi sfuggire l’assist. "Non c’è dubbio che per San Miniato diventare capitale della cultura italiana sarebbe un’enorme opportunità – scrive in un post il capogruppo di CambiaMenti – . E io penso anche che si tratti di un’ambizione legittima".

Ma si tratta di un’ambizione che deve misurarsi con le risorse, con i progetti e con le idee. Da qui le domande. "San Miniato è legata alla presenza storica di Federico II: c’è qualche idea sulla valorizzazione di questa figura , sulla costruzione di relazioni con altri luoghi d’Italia legati all’imperatore che ebbe, tra l’altro, un ruolo determinante nel dialogo tra la cultura cristiana e le altre culture del mondo mediterraneo e nell’emergere di una specificità della cultura e della letteratura italiana? – spiega Guazzini – La città è stata ristrutturata profondamente in età barocca, per l’istituzione della diocesi di cui ricorre il centenario: il cuore di quella ristrutturazione, la piazza del Seminario, si presenta spesso come un parcheggio abusivo. C’è una significativa presenza di esperienze politiche, letterarie e artistiche tra l’età della rivoluzione francese e oggi". Guazzini chiede lumi anche su altri elementi; dal Centro Cinema Taviani, al futuro della casa-museo del pittore Dilvo Lotti, che secondo l’opposizione è un progetto che va a rilento. E si viene ad oggi. "C’è un’idea di turismo che punti sull’integrazione diffusa con la residenza, come è stato fatto ad esempio a Procida? O si continua di fatto a puntare sulla movida notturna e festiva di fronte a pochi locali del centro storico, nonostante le proteste dei residenti?", l’affondo di Guazzini.

"Va benissimo che il sindaco Giglioli si spenda per la candidatura di San Miniato – conclude CambiaMenti. Ma se volesse fare sul serio, invece di prevedere un consiglio comunale intorno al 15 luglio dopo averne fatto uno a fine maggio, ne dovrebbe chiedere uno a tambur battente per presentare un piano su questi argomenti". "Perché la sponsorizzazione del presidente Eugenio Giani, che sembra per ora l’unica risorsa a sostegno della candidatura di San Miniato, è importante, ma certo non basta. E coi fichi secchi le nozze forse si possono anche fare, ma non è certo coi fichi secchi che si vince la concorrenza delle decine di città che si batteranno per questo stesso obiettivo".