Cimitero, caso esumazioni: "Rammaricati per i disagi"

Il sindaco Mirko Terreni risponde alle lamentele delle famiglie di Cevoli "Purtroppo questi episodi possono accadere. I costi sono a carico del Comune".

Cimitero, caso esumazioni: "Rammaricati per i disagi"

Cimitero, caso esumazioni: "Rammaricati per i disagi"

CASCIANA TERME

"Comprendiamo il disagio dei familiari coinvolti nelle operazioni di esumazione - così il sindaco Mirko Terreni, in risposta alla lettera di alcuni cittadini che lamentano disagi rispetto alle operazioni di esumazione nel cimitero di Cevoli – e come amministrazione ne siamo rammaricati. È tuttavia necessario fare chiarezza su alcuni punti". E’ la lettera del primo cittadino che replica ai cittadini che si erano lamentati delle esumazioni dei loro cari. A loro dire, doveva essere rimandata perché il tempo trascorso non era bastato per permettere di spostare i resti dei corpi. Inoltre, i parenti chiedevano conto delle riparazioni delle tombe danneggiate durante gli scavi.

"Queste operazioni sono state programmate un anno fa e hanno riguardato cinque degli undici cimiteri comunali con l’obiettivo di rendere disponibili posti a terra nei cimiteri che presentavano le maggiori criticità e riguardano in tutti i casi concessioni ormai scadute – risponde il sindaco – L’Ente ha provveduto per tempo ad avvisare tutti i parenti delle operazioni previste e delle motivazioni". "Purtroppo quando si parla di operazioni cimiteriali non è difficile incorrere nella necessità di inumare nuovamente le salme – ha proseguito il sindaco – anche per questo la Giunta ha previsto che restassero a carico del Comune le spese relative al ripristino della tomba e all’apposizione del cippo. Per dare la misura dei numeri su 104 esumazioni totali la necessità di nuova inumazione è emersa per 40 salme. Questo significa che per il 60% dei casi è stato possibile recuperare posti nei vari cimiteri".

Terreni spiega che per venire incontro alle esigenze dei familiari le esumazioni a Cevoli, inizialmente programmate per fine anno 2023, su richiesta esplicita dei familiari sono state spostate all’anno nuovo. "Abbiamo quindi, quando possibile, accolto le loro richieste, pur facendo presente che non sarebbe stato possibile un nuovo rinvio. La richiesta a cui si fa riferimento nell’articolo è arrivata il 14 marzo, quando le esumazioni erano già in corso in quel campo comune, da una settimana, a quel punto non era possibile fermare le operazioni, e questo è stato fatto presente da più parti, per due ordini di motivi, sia formali - le concessioni erano scadute e le operazioni iniziate per cui sarebbe stato necessario far pagare ai richiedenti una nuova concessione – sia di parità di trattamento rispetto a tutti gli altri 100 casi in cui le esumazioni sono state eseguite".