Il tesoretto dei voti renziani. Dal Pd prove di dialogo

La parola d’ordine è provare a ricomporre. Anche Iv manda segnali da Roma Bonafé: "Rompere? Matteo farebbe un regalo alla destra". Il nodo dello Statuto

Simona Bonafè

Simona Bonafè

Firenze, 26 luglio 2021 -  Si sono sentiti anche nelle ultime ore: messaggi e telefonate. Il presidente della Regione Eugenio Giani, la segretaria toscana dem Simona Bonafè e il segretario nazionale del Pd Enrico Letta, candidato della serie "o la va o la spacca" al collegio della Camera alle suppletive d’autunno di Siena. Sì, perché il destino della sfida, per niente facile per il prof del Nazareno, si gioca su più tavoli soprattutto nazionali, ma anche regionali pensando alla separazione in atto in Toscana tra Pd e Italia Viva. A maggior ragione adesso che il leader di Iv Matteo Renzi ha calato l’asso nell’intervista alla direttrice de La Nazione: "Letta decida da che parte stare". Obiettivo dei colloqui tra il vertice del Pd e Giani è cercare di sminare in Toscana il terreno intorno alla lite in corso tra Iv e Pd in funzione di un appoggio recuperabile dei renziani a Letta. O quantomeno di arrivare a una sorta di patto di non belligeranza. Ieri sera Renzi da Roma ha mandato messaggi più distensivi ("La trattativa resta aperta, ci faccia sapere il segretario del Pd vuole i nostri voti" ha detto a Repubblica ed ha chiesto "reciprocità" per il collegio Roma-Primavalle).  

Italia Viva ha un tesoretto di voti nel Senese che potrebbero contribuire alla vittoria di Letta. Allora ecco che bisogna creare il terreno adatto ad una ricomposizione, si dice nelle stanze del Pd. E in questo scenario gioca un ruolo anche la riforma dello statuto regionale che Forza Italia vuol portare al più presto in consiglio regionale per far scoprire le carte alla maggioranza. La maggioranza sta parlando in queste ore con Marco Stella, capogruppo di Forza Italia, per capire quanto voglia abbia di pigiare sull’acceleratore. Rallentare l’iter della riforma, osteggiata da Italia Viva che ha gridato dell’inciucio tra Pd-Lega-Forza Italia, è una strategia evidente per portare tranquillità. Il Pd toscano conosce fin troppo bene Renzi, già suo leader indiscusso prima sul territorio e poi a livello nazionale. Sa che sta giocando dalla “mai nascita“ del Conte ter una sua partita dall’esito definitivo: rilanciarsi al centro o rischiare di scomparire intorno al 2.5 %. E così la strategia è andata in onda sul ddl Zan e poi sarà protagonista del gran finale, la corsa per il Quirinale.  

La domanda che gira e rigira dentro i dem toscani è una e una sola: "Possiamo fare a meno di Renzi?". Le elezioni regionali del settembre 2020 hanno portato in dote a Giani un 4,5 % targato Iv. La mediazione è in atto. Così Mazzeo a Tele Granducato: "Se si sta in maggioranza insieme e si candida il segretario di uno dei partiti di maggioranza va sostenuto... Immagino che un punto di sintesi sarà trovato". Ricomporre, parola d’ordine delle ultime ore. La segretaria dem toscana Bonafè: "La candidatura di Letta nasce come richiesta del territorio e se Iv decidesse di non sostenere il segretario nazionale del più grande partito di centro sinistra del nostro Paese, peraltro senza una vera motivazione, farebbe un grave errore e soprattutto un bel regalo alla destra". Insomma molti dem sono pronti a ingoiare nuovamente il boccone amaro di Matteo che dà le carte e vuol dettare le regole, ma tanti altri hanno una gran voglia di rompere. Uno di questi è Iacopo Melio, consigliere regionale del Pd: "Collaboriamo o il Pd abbia il coraggio di mettere Italia Viva fuori coalizione".