Firenze, 31 dicembre 2023 – A Firenze sta per nascere il fronte TTP, Tutti Tranne Pd. Un’iniziativa alla quale lo stesso Partito Democratico ha deciso involontariamente di partecipare con la gestione, tutt’altro che brillante, del caso Cecilia Del Re. L’ex assessora di Palazzo Vecchio ha salutato la curva dopo mesi di tentativi andati a vuoto con la dirigenza del Pd e ha lanciato una lista civica per le amministrative dell’anno prossimo: “Ci siamo sentiti ignorati, si è scelta una soluzione predefinita senza confronto”, ha detto nell’intervista alla Nazione.
La segreteria nazionale si è occupata poco e male fin qui della vicenda, limitandosi a far decidere i mitologici territori e fidandosi di quello che veniva raccontato dal Pd fiorentino, convinto peraltro che la candidatura di Sara Funaro - senza passare dalle primarie, troppo “divisive” come si dice con una brutta parola - avrebbe ottenuto anche il consenso della sinistra del ginsborgiano ceto medio riflessivo. Per la quale sinistra però, parola di Tomaso Montanari, la scelta di Funaro è in netta continuità con la gestione politica del Pd targato Renzi e Nardella, sicché niente da fare. Anzi, l’immaginifico rettore, che ha dichiarato di provare simpatia per l’uscita di Del Re (va bene tutto pur di infilzare il sindaco di Firenze), ha proposto l’idea di una lista civica, non guidata da lui, che riempia certi spazi lasciati liberi dal partito di Elly Schlein. Per Montanari è insomma ottimo il modello Campi Bisenzio, dove la sinistra-sinistra e il M5S si sono alleati alle elezioni per far perdere il Pd. Il fronte TTP è d’altronde radicato in molte zone della Toscana. Firenze rientrerebbe in uno schema ben oliato, nel quale il Pd è visto come il partito della conservazione. Perdere Firenze significherebbe perdere la Regione nel 2025, quindi la posta in gioco è sufficientemente alta. Ma il Pd sembra aver preso la via dell’isolamento. Per cui le prossime amministrative potrebbero davvero consistere nel Pd contro tutti e tutti contro il Pd (se solo non fosse per Sinistra Italiana, alla quale i Dem sono affezionati).
Le prossime settimane saranno politicamente movimentate. Sapremo se la destra candiderà Eike Schmidt o un altro e sapremo se Del Re parteciperà davvero alle primarie senza il Pd lanciate da Matteo Renzi. Potrebbero essere primarie dal forte contenuto simbolico, soprattutto se partecipate e pubblicizzate in luoghi appropriati. Come a dire: “Vedete? Facciamo noi il lavoro che altri non vogliono più fare”. Non è tuttavia ancora chiaro che cosa potrebbe accadere dopo. Chi perderà le primarie (per ora, una fra Del Re e Stefania Saccardi, candidata di Italia Viva) accetterà di sostenere la candidatura della vincitrice o resterà comunque in campo, autonomamente? In qualsiasi scenario (Del Re da sola, Del Re con Saccardi), il partito che governa la città e che ha appena perso 3 consiglieri comunali a Palazzo Vecchio si ritroverebbe da solo. Un isolamento che di certo non aiuta la candidatura di Dario Nardella alle Europee. Già i voti del Pd non sono un’enormità, figuriamoci se il partito di S chlein si può permettere di provocare ulteriore disaffezione nei confronti del disorientato elettorato di centrosinistra.