"Post voto, la Toscana resta contendibile. Al centrodestra servono candidati autorevoli"

L’analisi del professor Chiaramonte: "Il distacco tra i due poli è del cinque per cento, il centrosinistra non è più egemone da tempo nella regione"

Scrutinio

Scrutinio

Firenze, 8 ottobre 2021 -  E’ vero, tutti a parlare di Letta neo deputato grazie al successo senese firmato dal laboratorio allargato del centrosinistra. Ma Grosseto bis al centrodestra non è da sottovalutare, come il conto finale dei voti che segna una distanza del 5% circa tra centrosinistra e centrodestra nei comuni con più di 15mila abitanti in cui si è scelto il sindaco. Lo evidenzia l’analisi post voto del professor Alessandro Chiaramonte, professore all’Università di Firenze di Scienza politica e Sistema politico italiano e di Elezioni, partiti e opinione pubblica.  

Professore, in Toscana come nel resto d’Italia, un’affluenza sempre più bassa. La popolazione invecchia e i più affezionati al voto sono sempre meno mentre i giovani non hanno grande feeling con la politica. E’ così? "Non siamo di fronte solamente ad un motivo generazionale. Il fenomeno di scarsa partecipazione al voto, con tassi così bassi, riguarda tutte le fasce d’età. I motivi sono diversi: i candidati poco autorevoli e rappresentativi, si pensa che il proprio voto conti poco. C’è un evidente distacco dalla politica: partecipazione in calo, disincanto accentuato verso i partiti anche perché l’offerta delle formazioni politiche viene ritenuta insoddisfacente".  

Voto volatile anche stavolta, ma anche alleanze variabili. Poche certezze. L’elettorato è disorientato? "Da dieci anni siamo di fronte a grandi cambiamenti, è normale che si creino nuove alleanze, ma il cambiamento trova un equilibrio definitivo? E’ una domanda che dobbiamo porci perché un sistema instabile alla lunga mina la legittimità delle istituzioni. E’ auspicabile che il cambiamento continuo non si debba cronicizzare".  

Pd e alleanze: arriverà il momento delle scelte oppure da Leu ai moderati, può stare tutto dentro un contenitore di centrosinistra? "Il Pd la scelta l’ha fatta: allargare il più possibile l’alleanza. Letta è figlio politico di Prodi e guarda all’esperienza dell’Ulivo. Letta vuol creare una coalizione all inclusive e dal suo punto di vista è strategicamente giusto. Ma quanto tutti i chiamati in causa avranno voglia di farne parte? Penso ai Cinque Stelle divisi tra la linea moderata istituzionale di Conte e quella di piazza di Grillo. E poi ancora le tendenze al Centro si concretizzeranno? Se per Letta il soggetto politico è ottimale difficile che lo sia per i Cinque Stelle: difficilmente, per natura, si fanno incanalare in un soggetto politico di questo tipo".  

A proposito di Centro. C’è spazio per uno schieramento moderato che possa far riferimento a Draghi? "Spazio al Centro c’è. Però è da strutturare con una leadership credibile e forte che non sarà Draghi, intenzionato a rimanere uomo delle istituzioni. Il Centro può ricollegarsi a lui come figura di riferimento e per i valori di moderazione e pragmatismo, però"  

Centrodestra, battuta d’arresto. E’ davvero solo un problema di candidati autorevoli e di crescita di classe dirigente specialmente nella Lega? "E’ evidente la battuta d’arresto, ma non si può parlare di stato di crisi. E’ ancora la coalizione, a livello italiano, da battere. Certo è che ancora una volta la scelta dei candidati alle Comunali si è rivelata sbagliata. E qui in Toscana e anche in Emilia Romagna lo sappiamo quanto è importante scegliere bene: con candidati diversi alle Regionali scorse ci sarebbe stata una partita diversa, probabilmente. E non è vero che la Lega non ha classe dirigente tanti sono gli anni che governa al Nord, semmai FdI è partito più giovane".  

Un anno fa Giani vinceva le elezioni regionali con 8 punti di vantaggio su Ceccardi. A Siena Letta distacca di 10 punti lo sfidante Marrocchesi. I rapporti di forza sono destinati a rimanere così in Toscana? "I dati in Toscana delle ultime amministrative confermano che il territorio regionale non è più la roccaforte rossa. E’ contendibile, non c’è più l’egemonia del centrosinistra. Nei Comuni toscani con più di 15mila abitanti dove si è votato il distacco tra le due coalizione di centrosinistra e centrodestra è intorno al 5 per cento. Quindi c’è competitività come ha dimostrato il voto di Grosseto. Il Movimento 5 Stelle vive una fase di transizione ed al momento è residuale".  

Prospettive? "In generale i numeri in Toscana non sono quelli delle Europee del 2019 e delle Politiche del 2018 ma il distacco attuale consente di giocarsi la partita fino in fondo se si dà forza a coalizioni e candidati credibili e autorevoli".