
Luca Nannipieri
Pisa, 17 giugno 2016 - Alla vigilia dei ballottaggi, a seguito dei quali emergeranno i nomi dei sindaci chiamati a governare per i prossimi cinque anni, Luca Nannipieri, noto critico d'arte televisivo, svela in anteprima di essere stato contattato da alcuni candidati dei Comuni ancora al ballottaggio; fra questi non solo i Municipi toscani ma anche uno marchigiano. La proposta, in tutti i casi, è stata la stessa: il ruolo di Assessore alla Cultura e al Turismo.
E' d'obbligo una domanda: ha già pensato di accettare? E in caso affermativo, quale sarà il motivo che le farà preferire un Comune a un altro?
“La discriminante è semplice: verificherò che cosa mi viene chiesto e quale attenzione, la persona che mi cerca, conferisce alla cultura e al patrimonio artistico, in senso concreto. Perché a parole, soprattutto in tempi di campagna elettorale, tutti sono bravi. Non appartengo ad alcun partito e se accetterò la nomina, lo farò da storico dell'arte, da studioso che vuole difendere il patrimonio storico e artistico, con il desiderio che la cultura diventi un volano dell'economia e dell'identità del nostro paese. Sicuramente mi piacerebbe far parte della giunta di un Comune dove si possa “combattere” un sistema di potere, costituito oramai da decenni, senza mai alternanza e apertura a qualcosa di diverso; è lì che vorrei condurre la mia battaglia”.
Insomma in uno dei Comuni dove ci sarà un vento nuovo, con innovativi e reali programmi per la salvaguardia, il recupero e la valorizzazione del patrimonio artistico, potremmo vederla seduto fra i banchi della Giunta?
“Assolutamente si. Dove, insieme a persone di comprovata onestà, si combattono le clientele, gli scambi di favori, le arroganze personali e si è disposti a un cambiamento radicale, a una frattura con il passato anche in modo “traumatico”, perché spesso i cambiamenti netti provocano questo, io sarò disponibile a dare il mio contributo. Insomma merito e competenza devono tornare ad essere al centro della scena”.
Ha già pensato a dei progetti che potrebbe concretizzare con il suo assessorato?
“Il patrimonio storico e artistico va fatto conoscere. Quindi occorre attrarre quei turisti che arrivano da fuori, attraverso strumenti concreti in primis di conoscenza. La mia idea è l'istituzione di una task force tra il Ministero dei beni culturali, le guide turistiche e una selezione di professionisti; ecco che quelle chiese sparse, quelle abbazie, quei castelli, quei palazzi storici, smetterebbero di essere qualcosa a cui nessuno si degna di dare attenzione ed entrerebbero in un sistema tale da farli diventare luoghi di attrazione per il turista, straniero e italiano”.
Dunque l'arte può fare binomio con rilancio dell'economia...
“Le potenzialità dell'arte sono altissime, basta saperle sfruttare al meglio. Invece attualmente fa tristezza vedere un telefonino con il libretto delle istruzioni tradotto in otto lingue, mentre i siti dei nostri musei spesso sono solo in italiano. Per non parlare delle “confusionarie” informazioni contenute nelle brochure consegnate dagli uffici informazioni turistiche, quando sono aperti e quando ci sono...”.
E' possibile tutto questo nel 2016, con la forza di attrazione che può avere l'Italia?
La soluzione è la modernizzazione del linguaggio, i monumenti devono entrare negli Ipad, nei computer ed essere alla portata delle nuove generazioni. I nostri ragazzi devono essere messi in condizione di avere applicazioni che permettano loro di avere le indicazioni sull'arte e sulla cultura. E' così che si attiva l'indotto e si rimette in moto l'economia anche di un Comune”.
Che tipo di assessorato ha in mente?
“Un assessorato alla maniera di Vittorio Sgarbi, ovvero non statico ma dinamico. Non starei soltanto sul territorio ma andrei in giro per l'Italia, perché la cultura, che è nazionale e transnazionale, si attiva coltivando i contatti, le collaborazioni, i gemellaggi. Proseguirei poi il mio lavoro di storico dell'arte, continuerei a scrivere libri, fare televisione, sopralluoghi, conferenze. Senza scordare l'ultimo grandioso progetto, Casa Nannipieri, che a fine estate aprirà i battenti. Insomma ho intenzione di continuare a diffondere arte e cultura con competenza, merito e soprattutto ricerca”.
Possiamo dunque affermare che lei sia l'erede di Vittorio Sgarbi?
“Di Sgarbi apprezzo alcuni lati e ne contrasto altri. Ma il suo è stato senz'altro un buon esempio di come togliere dalle paludi alcune situazioni. Ovviamente è necessario attualizzare il suo metodo utilizzando i moderni strumenti che la tecnologia mette a disposizione”.