REDAZIONE POLITICA

Il presidente del Vietnam in Italia. Una scossa all'inerzia, nel solco di La Pira

Si raccolgono i frutti di quanto seminato con attenzione in altre stagioni

Il sindaco Dario Nardella con il presidente del Vietnam

Firenze, 31 luglio 2023 – Una scossa all'inerzia con cui un po' da spettatori si è guardato alla guerra in Ucraina e, più in generale, ai conflitti che sapremmo nemmeno localizzare. In fondo che ne sappiamo del Niger? Quanto ci interessa davvero (nel senso dell' “I care”, “Mi riguarda” di don Milani)? Si lascia tutto ai rapporti di forza (e a chi ci investe sopra). L'alternativa è fare il contrario, mettersi in mezzo quando rinunciano un po' tutti a farlo. “La scelta più importante è testimoniare ancora una volta”, ha osservato lo storico Andrea Riccardi a proposito dell'artigianato pacifico di Giorgio La Pira.

La visita del presidente del Vietnam a Firenze Vo Van Thuong, con una delegazione di alto livello del governo di Hanoi, è un evento non trascurabile, che si inserisce nel solco di quell'artigianato della pace scavato da Giorgio La Pira, utilizzando tutti i canali a sua disposizione per fermare la guerra nel sud est asiatico, nel 1965, poco meno di sessant'anni fa. Nel suo mettere in dialogo le città e i loro amministratori, La Pira trovò un modo per superare la guerra fredda coinvolgendo le capitali e luoghi appartenenti a Stati e territori ostili gli uni gli altri. Lo fece sempre con la cifra del rapporto personale, di un'enunciazione motivata di scopi che nelle sue lettere troviamo chiara, onesta, non dissimulata.

Non sarebbe stato possibile il suo viaggio in Vietnam se il suo amico Ciu-En-Lai non avesse guadagnato il consenso della Cina che era ostile ad Hanoi, ma anche se Ho Chi Minh non avesse considerato la grandezza e l'onestà dell'uomo che andava a visitarlo e al quale disse: “Lei è un poeta”, ma per entrambi, certo con accenti diversi, poesia e profezia erano sinonimi.

Le città per La Pira erano volti di persone concrete e avevano una vocazione: poiché “Firenze rappresenta nel mondo qualche cosa di unico”, ha nel mondo “il grande compito di integrare con i suoi valori contemplativi l'attuale grande civiltà meccanica e dinamica”, oggi potremmo parlare di civiltà digitale.

Scrisse una lettera al presidente statunitense Johnson per dissuaderlo da usare armi atomiche in Vietnam. C'è anche la presenza di Fanfani, nel '65, all'origine dell'operazione 'Marigold' che condusse La Pira in Vietnam per cercare di stabilire una piattaforma, accettabile dai nordvietnamiti e dagli statunitensi, che portasse alla pace.

Furono stilati cinque punti che sul momento non furono accettati dagli Usa ma che di fatto costituirono i pilastri dell'accordo di pace del '73, migliaia e migliaia di morti dopo (più di un milione di feriti di profughi vietnamiti e più di 50.000 morti fra le truppe americane).

Il viaggio dell'attuale presidente avviene nel quadro di accordi commerciali (autorizzate le future espansioni di Piaggio), di gemellaggi (del Comune di Firenze con Hué e della Regione Toscana con la provincia di Vin Phuc) e sotto un altro profilo, molto profondo, dell'intesa con la Santa Sede per un rappresentante del Papa ad Hanoi.

Sotto la cupola di Brunelleschi, dove più volte si pregò in anni di polarizzazione per la pace in Vietnam, Vo Van Thuong, accompagnato dal sindaco Nardella e dai responsabili dell'Opera del Duomo, avrà pensato anche al nome della cattedrale, dove non di rado il sindaco santo andava a pregare. A Ho Chi Minh, La Pira, accompagnato da Mario Primicerio (leggere il suo diario edito da Polistampa), donò proprio un'icona di Maria. Santa Maria del Fiore colpisce ancora.

Michele Brancale